Ho avuto un risveglio bellissimo stamattina. Ho acceso la televisione ed è comparso davanti ai miei occhi Ermanno Olmi. Un regista ed un uomo straordinario. L’Albero degli zoccoli del 1978 è il suo capolavoro assoluto. Si aggiudicò la palma d’oro al festival di Cannes, ed il premio César come miglior film straniero. Lo vidi per la prima volta, sulle gambe del mio papà. Il mio papà nacque a Treviglio, proprio come Ermanno Olmi. Il film è in dialetto bergamasco; è un dialetto difficilissimo, incomprensibile, ed il mio papà mi aiutava sempre a capire le battute, in pratica me lo traduceva. Il film è ambientato nella campagna bergamasca.
Lo adorava quel film, piangeva, si commuoveva come un bambino, perché gli ricordava le sue origini contadine, alle quali è sempre rimasto legato. E’ un film stupendo, non esistono attori. I personaggi sono tutti contadini, che si alzano presto la mattina per arare i campi, vivono in maniera semplicissima, ma dignitosa, soffrono ma col sorriso sulle labbra, gioiscono per un semplice gesto, si affidano a Dio, con una fede immensa, perché tutto acquista valore e significato.
Anche se è un film in realtà non lo è, è vita vissuta con anima, cuore e corpo..Grazie Ermanno, per parlare al cuore della gente…sei il più grande di tutti…Grazie papà per avermi insegnato, l’umiltà, il coraggio, l’onestà, la dignità, la dedizione al lavoro, ad amare ogni piccola cosa, anche quelle che non si vedono, perché nessuno le nota, ma esistono, e brillano più come mai. Sono orgogliosa di te, sono orgogliosa delle mie origini, sono orgogliosa, di credere ancora, che la vita semplice, sei l’unica vita che vale la pena di essere vissuta.
