Da Didi per anonimo

Non so se sia giusto che io scriva qui.. Soltanto che volevo raccontarvi la mia storia, quella della mia “malattia”, se così possiamo chiamarla.

Soffro di depressione da ormai 3 anni; andava tutto bene fino a che un giorno mi sono svegliata e il mio mondo non era più a colori, la mia testa si rifiutava di pensare e i miei muscoli erano come paralizzati; non riuscivo ad alzarmi da quel letto che ben presto sarebbe diventato il mio migliore amico.

Non so dare una spiegazione al perché quel giorno inizio tutto ciò, ma so dire con certezza che da 3 anni vivo con un peso sulle spalle che mi ha tolto il sorriso e la voglia di vivere.

La mia è un tipo di depressione particolare, si avvicina di molto al bipolarismo.. Ci sono momenti, che possono durare attimi come mesi, in cui mi sento euforica, a tratti logorroica e paranoica.. rido, scherzo, ballo, ma tutto ad un tratto poi ripiombo giù nell’ abisso più nero. In un buco, un tunnel del quale non vedi la fine ma soltanto una discesa sempre più profonda.

Purtroppo, anche se può sembrare che sia una cosa con il quale si possa convivere facilmente o almeno così pensano le persone, è una condanna a morte.

Ritengo che sia molto più facile lottare contro una malattia vera e propria dei quali si conoscono sintomi e rimedi.. ma la mia Bestia, così la chiamo, non ha un vero antidoto. Segui la terapia famigliare, quella individuale da uno psicologo e una terapia farmacologica con lo psichiatra, ma nessuno è paragonabile ad una bacchetta magica. Niente ti da la certezza che ne uscirai.

E sapete qual è la cosa ancora più brutta? Nessuno dei tuoi coetanei capisce e nemmeno tu puoi pretendere che ciò accada.

Ti chiederanno perché il sabato sera non esci, perché sei così associale e tu non potrai far altro che rispondere: “sto male.”

E riceverai sempre la solita risposta:”Ma dai, tirati su. Hai solo 19 anni, che cosa ti manca dalla vita???Divertiti e non pensarci..”

E allora in quel momento ti sentirai soffocare, ti sentirai colpevole e allo stesso tempo sconfitta.

Tornerai a casa e piangerai.. piangerai nel pensare a quella che eri una volta e ora è scomparsa, piangerai perché vedrai la tua famiglia logorarsi nel cercare una soluzione, vedrai scendere lacrime dai loro occhi..e ti sentirai la pecora nera. Ma poi ti lasci andare a quel male che ormai è diventato tuo compagno di viaggio e senza il quale perderesti anche la tua finta identità, ritrovandoti a vagare senza qualcosa a cui aggrapparsi…

Sono stata ricoverata in una clinica due volte e i benefici li senti, per qualche mese almeno, ma poi tutto sembra diventare una droga. Hai biogno delle pastiglie, hai bisogno degli antidepressivi, hai bisogno dei sonniferi.

Forse un giorno vi scriverò dicendovi che non svengo più per l’ansia, che non mi lascio più trasportare dagli eventi della vita e che la mia esistenza ha ripreso ad avere tutti i colori dell’ arcobaleno.. per ora posso solo augurarmi di riuscire ad arrivare viva a domani.

Vi abbraccio forte.

D.

13 risposte Pagina 2 di 3

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Da stefy

Io ti capisco, sò cosa vuol dire anche se per me sicuramente è meno grave.
Ogni piccolo sorriso rende la vita DEGNA di essere vissuta.
Ti sembrerà una frase banale, ma a me è servita parecchio, e credimi, la mia vita non è per niente stata facile, nemmeno ora. AUGURI riflettici.

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Da annamaria
zona di Napoli

ciao credo che posso capirti molto bene anche se non direttamente anche se si fa per dire.mia mamma e’affetta da questa malattia daormai 10 anni, con alti e bassi mesi in cui sta bene e sembra tutto passato, altri in cui non ne esci piu.siamo passati dalla fase del letto a quella della pesantezza e dal non riuscire a far nulla, pretendere dagli altri quello che vorremmo da noi.e ti posso assicurare che non e’facile starle accanto, perche vedi che poi nella famiglia e’difficile ridere, una risata sembra falsa oppure pensi quando durera’quest attimo di felicita’.io penso che alla base ci e sempre un problema anche se noi lo cerchiamo da 10 anni, ipotizziamo possa essere il difficile rapporto con i genitori, lei si e’sposata a 16 anni perche aspettava me e loro volevano che lei abbortisse, non ha avuto abito da sposa, foto ricordi… quando invece una sorella ha avuto tutto.spero che anche tu possa arrivare a capo del tuo problema, per ora ti faccio in bocca alupo.

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Da Giulietta
zona di Torino

Cara D. sicuramente nessuno può capire quello che stai passando…anche io ho diciannove anni e ho passato un anno e mezzo a combattere con violenti attacchi di panico che mi costringevano a rinchiudermi in casa… solo li mi sentivo al sicuro, vicino a mia madre e nessun altro…
Guardare un film o uscire con gli amici mi terrorizzava, per non parlare della notte…era terribile la sensazione di non poter più respirare…
Ma cara D. un giorno mi sono alzata dal mio divano è ho sfidato me stessa, mi sono vestita e sono andata a scuola…i primi giorni sono stati terribili avrei voluto scappare per tornare a casa… ma dopo alcuni mesi sono tornata me stessa così come era venuta quella terribile bestia se n’è andata…
come te anche io non ho mai capito il motivo del mio malessere, la mia dotoressa diceva che era paura di morire, ma io credo che fosse paura di vivere, di affrontare ostacoli a cui la vita mi stava sottoponendo…ti auguro col cuore che quel giorno arrivi anche a te…

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Da Anonimo

ciao didi, leggerti è stato come leggere di me stessa. Ho vissuto e sto ancora vivendo in compagnia della mia depressione! E’ iniziata quando avevo 14 anni…e come te, sottoposta a cure mediche, psicoterapie, ricoveri e quant’altro…gli anni scorrevano fra alti e bassi! Può sembrarti banale o presuntuoso da parte mia, ma quel che sento di dirti è che la voglia e la forza di uscire da questo tunnel devi trovarla solo dentro di te, crearti degli obiettivi e obbligarti a raggiungerli, perchè come hai scritto tu niente e nessuno ti da la certezza che ne uscirai, sei tu l’unica tua cura. Nei momenti più bui, quelli in cui hai voglia di restare sola con te stessa e racchiuderti nel tuo guscio lasciando fuori il mondo, devi “violentarti” obbligandoti ad uscire e reagire, non è facile…anzi direi che è difficilissimo, ma è l’unica soluzione. All’inizio ti sembrerà sempre di sentirti fuori luogo, a disagio…ed è qui che devi farti forza con una violenza psicologica contro il tuo malessere e sforzarti di pensare solo alle cose belle! Sono arrivata a 43 anni violentandomi per sorridere al mondo e alla vita, e oggi anche se da tre anni lotto anche contro un tumore, combatto contro me stessa perche VOGLIO tutti i colori della vita…perchè VOGLIO VIVERE E VIVERE VUOL DIRE SORRIDERE!!! Ricomincia a sorridere, soprattutto quando sei “giù”…questa è la miglior cura! Ti abbraccio forte!

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Da Didi

Devo ringraziarvi tutti… dal primo all ultimo siete stati per me una fonte di preziosi consigli… farò tesoro di tutto ciò che mi avete detto.. promettendovi di farvi sapere al più presto… un bacio grande. D.

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