Da Chiara per Tutti
Zona di Milano

Questo dicevano di noi Italiani nel 1912 negli Stati Uniti.
Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perchè tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti.
Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perchè poco attraenti e selvatici ma perchè si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro.
I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali.
Si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare.
Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano purché le famiglie rimangano unite e non contestano il salario.
Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell’Italia.
Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più.
La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione.

Dalla relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti, Ottobre 1912 >

18 risposte Pagina 3 di 4

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Da Bob

Il parere di un immigration policeman lascia il tempo che trova.
Voi due comunque siete troppo estremisti di pensiero e ovviamente vi scontrate, Chiara deve addolcire sicuramente le sue spigolature per la vita, ma credo che llo stia facendo.
L’italiano all’estero non era ben visto, anche in Inghilterra c’era un cartello che fece negli anni 60 il giro del mondo.
“Vietato entrare ai cani e agli italiani”.
Ora l’italiano si é ambientato e ha sposato altri cittadini americani.
I miei cugini hanno sposato neozelandesi, tedesche ecc…molti non conoscono più la lingua dei propri genitori, normale che sia così.
Questo problema non c’é più, perché rivangare episodi sociali del passato?
Ancora oggi c’é una forte emigrazione dall’Italia, molti ricercatori italiani lavorano all’estero perché non trovano sbocchi in Italia.
Il problema prioritario é che l’Italia non sovvenziona la ricerca e non produce lavoro, oggi come ieri e costringe gli italiani a cercare lavoro all’estero.
E’ un problema vecchio, mancano soldi per lo sviluppo ma si sovvenzionano missioni militari costosissime all’estero.
E’ un atteggiamento incomprensibile.

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Da Chiara
zona di Milano

Ma io sono contadina, in quanto i miei nonni lo erano, sono un pò signora, perché ho preso in parte dalla mia mamma.
Sono anche molto passionale, e rivendico la mia passione. Quindi non vedo perché dovrei affinarmi, anzi come posso farlo?
Comunque Bob il tuo ragionamento in parte lo condivido, anche se conosco tante persone che vivono all’estero, e sapessi cosa darebbe pur di ritornare a vivere in Italia.
Non posso accettare che tanti Italiani che vivono qui, criticano di continuo l’Italia, definendolo un Paese di ignoranti.
Noi nel mondo in termini di civiltà e di arte abbiamo molto da insegnare.
Quando vedo i turisti incantati di fronte alle nostre opere d’arte, mi brillano gli occhi, e dico a me stessa, che per nulla al mondo potrei lasciare il mio Paese.
In Francia ho conosciuto una donna, che tutte le mattine si reca alla stazione per guardare i treni destinazione Italia.
E’ un ulteriore motivo d’orgoglio per me.
Certo l’Italia ha i suoi problemi, però invece di criticarla, senza pietà, come fa Marco, cerchiamo noi di migliorarla.
E’ un dovere che ci hanno insegnato i nostri nonni, coloro che hanno sofferto lasciando l’Italia.
Chiara

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Da Marco
zona di Firenze

Per Bob:
Io credo che il problema di fondo sia l’intolleranza. Cerco di spiegarmi con un esempio. X crede fermamente nei valori tradizionali (Dio, patria e famiglia); Y non ci crede affatto. X è una nazionalista sfegatata; Y è cosmopolita e non ama il suo paese di origine; anzi preferirebbe vivere altrove. Fin qui niente di male. Il mondo è bello perché è vario e ognuno è libero di esprimere liberamente le proprie opinioni. Dove sorge il problema ? Sorge nel momento in cui X si mette a pronunciare giudizi morali nei confronti di Y. In quel momento X cessa di essere tollerante e condanna, proprio dal punto di vista etico, chi non condivide i suoi stessi valori. Y, che ha sicuramente un carattere difficile, reagisce inasprendo ulteriormente le sue posizioni, fino al punto di apparire più estremista di quanto non sia.

Per quanto riguarda la questione-immigrati concordo pienamente con quello che hai scritto. L’aspetto più spiacevole della faccenda è che certi atteggiamenti xenofobi provengano proprio da chi un tempo ne è stato vittima. Proprio ieri ho incontrato sull’autobus due ragazzi che si baciavano teneramente. Lui era italiano e aveva la pelle bianca; lei era africana e aveva la pelle nera. Non puoi neanche immaginare la gioia che ho provato. Ma è proprio vero che la società multietnica è fallita ? 😉

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Da Chiara
zona di Milano

Tony Blair, ha detto chiaramente che il modello multirazziale è fallito.
Perché se noi Italiani non difendiamo le nostre origini, le nostre tradizioni, non possiamo rispettare gli altri.

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Da Marco
zona di Firenze

Chiara; ti rendi conto che stai smentendo te stessa ? Rileggiti quello che hai scritto di recente sull’integrazione degli italiani in America. Io non voglio più discutere con te, ma un po’ di coerenza non guasterebbe. Quando gli immigrati sono italiani esalti il modello multietnico; quando gli immigrati sono stranieri lo aborri e dichiari che è fallito. Quella espressa da Tony Blair è soltanto la sua opinione personale. Molti statisti come Angela Merkel la pensano diversamente. Credo proprio che tu confonda i tuoi desideri con la realtà. E comunque questa polemica mi ha veramente stancato. Non si può discutere con chi usa sempre due pesi e due misure.

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