Ciao mi chiamo Valeria, ho 17 anni e sono malata da qualche anno di leucemia. Nessuno sa dire con precisione quanto tempo ancora vivro’,una settimana, un mese, forse addirittura un anno, ma una cosa è sicura, non avro’ molto tempo ancora da dedicare alla mia vita, non abbastanza!! Ho letto spesso qui, lettere di ragazzi che vogliono farla finita, che vogliono uccidersi. Ma come potete? E a quelli come me non ci pensate? Ogni giorno prego affinchè mi sia regalato un giorno in piu’ di vita!!! Sono piccola ma sono anche tanto forte, sto aggrappata alla vita, mi sto reggendo forte, non sono ancora pronta x terminare questo viaggio!! Quante cose ho da fare ancora!! Voglio viaggiare, finire la scuola, uscire coi ragazzi, rnchiudermi in cameretta con la radio ad altissimo volume, mangiare interminabili coppette di gealto a nocciola… forse x voi non è abbastanza? Vale vivere x ogni piccola cosa, per un’alba, un tramonto, un cinguettio. fidatevi di qualcuno che morirebbe x continuare a vivere!!!!!
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ciao valevale la leucemia è un tumore dei globuli bianchi che circolano nel sangue, non sono tumori solidi ma connotati dalla proliferazione di queste cellule che invadono i tessuti.
Non tutte le forme sono gravi, alcuni anche curabili!!!In genere le kemioterapie danno dei risultati solo che ci sono alcune persone, come me, il cui corpo non riesce piu’ a reggerle e quindi non hanno piu’ effetto!!!Ho cercato di spiegartelo nel modo piu’ semplice possibile, spero di essermi spiegata bene!!!
Cmq non preoccuparti non ho problemi a parlarne, anzi con qualcuno dovro’ pur farlo no?Ormai la parola cancro sembra un tabu’ nel vocabolario quotidiano, ma esiste ed è giusto tenerlo presente!!!
un bacione valevale, visto che tu puoi uscire vai al mare e divertiti anche per me
sai… magari qlc mi giudicherà ipocrita ma nn mi importa xk è la verità!!! qnd sn triste penso a te e a ttt la tua forza e mi dico: se ce l’ha lei, ce la posso avere anche io!e così mi tiro su, diciamo che 6diventata un piccolo punto di riferimento… cmq si ora ho capito meglio cm è la tua malattia… mi disp, stai sicura che ogni cosa che farò qst estate la dedicherò a te e alle xsone che nn pox uscire! ciao risp al più presto tvb bacioni
fatti forza tesoro… non riesco a dire altre parole quando nel cuore ne avrei tante da dire… ti sono vicino con il cuore vale…sei tu che dai coraggio a noi..un bacio da una mamma sto vivendo un dramma anche io x una persona x amo.pregherò anche x te che il buon dio vi stia sempre vicino… un bacio vale fortissimo
ciao anonima, grazie mille, preghero’ anche io x te, affinchè Dio ti dia tutta la forza di cui avrai bisogno.ci saranno giorni di pioggia ma ricordati che dopo la tempesta c’è sempre il sole!!!
buona fortuna
Tempo fa facendo una Scrutatio delle Sacre Scritture mi è capitato di leggere il versetto 1-6 del capitolo 18 del profeta Geremia che cita:
? Questa parola fu rivolta a Geremia da parte del signore: – prendi e scendi nella bottega del vasaio; là ti farò udire la mia parola.-
Io sono sceso nella bottega del vasaio ed ecco, egli stava lavorando al tornio.
Ora se si guastava il vaso che egli stava modellando, come capita con la creta nelle mani del vasaio, egli rifaceva con essa un altro vaso, come ai suoi occhi pareva giusto. Allora mi fu rivolta la parola del Signore: – Forse non potrei agire con voi, casa di Israele, come questo vasaio? Oracolo del Signore. Ecco come l?argilla è nelle mani del vasaio, cosi siete voi nelle mie mani, casa d?Israele.-
Questa parola fu rivolta a Geremia da parte del Signore?
Questa parola è rivolta oggi da parte del Signore a ciascuno che legge: Geremia sono io, Geremia sei tu.
Ascoltiamo insieme perciò l?invito che essa ci rivolge, anche se, come tutte le parole che escono dalla bocca di Dio, viene a sconvolgere i nostri progetti e il nostro quieto vivere.
Prendi e scendi nella bottega?
Certamente, abituati come siamo ad avere tutto chiaro, ci chiederemo subito: ? che cosa devo prendere??
Il Signore non indica un oggetto da portare con se, vuole che noi riusciamo a capire la profondità del Suo pensiero. Prendi?
Se ci fermiamo un istante e ci lasciamo interrogare dall?incisività di questo comando, capiremo cosa dobbiamo prendere: non qualcosa, ma qualcuno, non un oggetto, ma noi stessi, tutto noi stessi: PRENDERE ciò che siamo, ciò che abbiamo vissuto finora, ciò che ci pesa nel cuore, ciò che ci preoccupa, la nostra Storia, le nostre infermità, le ferite aperte del nostro passato, ogni nostra attesa, ogni nostra paura. Prendi e?
Scendi: si scendere con coraggio nelle nostre profondità, proprio lì dove ci fa paura guardare, dove c?è quella inquietudine, quel turbamento; scendi, scendi sempre più giù nelle fortezze che ci siamo costruiti, nelle nostre resistenze, nelle nostre sicurezze, nelle nostre paure di mostrarci per quello che siamo, Scendi li dove cade la nostra apparenza, l?immagine che ci siamo fabbricati, li dove siamo soli con noi stessi? li dove siamo solo noi.
Io sono sceso nella bottega del vasaio ed ecco egli stava lavorando al tornio.
Se abbiamo avuto il coraggio di questa?immersione?, di questa discesa, se anche noi come Geremia, possiamo dire: ?Io sono sceso??, nella bottega del vasaio ci attende una sorpresa: lì, dove credevamo di trovare solo miseria, dove avevamo paura di guardare perché pensavamo di incontrare il nostro fango, c?è Qualcuno, il vasaio, che segretamente lavora nella sua bottega, aperta giorno e notte, senza stancarsi, anche se noi non lo sapevamo. Ecco cosa vediamo.
Ora, se si guastava il vaso che egli stava modellando, come capita con la creta nelle mani del vasaio, egli rifaceva con essa un altro vaso, come ai suoi occhi pareva giusto.
Il vasaio e Dio, l?argilla siamo noi. Il vasaio non butta via la creta che si rovina, come faremmo noi, egli la ricompone, come è meglio ai suoi occhi; Lui non guarda la creta come la guardiamo noi. Per noi l?argilla, quella nostra miseria, quella nostra fragilità è una cosa riprovevole, da gettar via, per lui no, è qualcosa di prezioso sulla quale, come artista, getta lo sguardo, la prende e la porta nella sua bottega per farne una cosa nuova.
In noi quella creta diventa fango perché la facciamo affondare nelle lacrime dei nostri rimpianti, Lui ne piega la resistenza e la forgia in vaso, irrigandola con l?acqua zampillante del suo Spirito che la cementa e le dà una forma nuova. È l?acqua che ci ha procurato a prezzo del suo Sangue.
L?acqua viva dello Spirito Santo bagna il nostro fango, lo compenetra plasmandolo, lo cementa perché il vaso risulti compatto e resistente.
L?acqua zampillante dello Spirito Santo viene a tonificare ogni nostra aridità, ad ammorbidire ogni nostra asprezza, a lavare ogni nostra sozzura, a lenire ogni sofferenza; ci riunifica nell?intimo per essere creature nuove, trasformate nel profondo.
Se il vasaio non ci bagnasse, ritorneremmo ad essere quel terriccio argilloso che, abbandonato a se stesso, seccherebbe e si frantumerebbe.
Il fango che noi siamo è stato scelto, curato girato sul tornio dell?Amore modellato dalle mani del Padre, rinnovato dallo Spirito Santo, per essere ricolmo della Sua Infinità Bontà. Questo Dio che non ha paura di sporcarsi le mani per impastare il nostro fango, usando proprio ciò che noi riteniamo da gettar via, ci invita ad ascoltare la Sua parola:
Forse non potrei agire con voi, casa di Israele, come questo vasaio? Oracolo del Signore. Ecco, come l?argilla è nelle mani del vasaio, cosi voi siete nelle mie mani, casa d?Israele.
Abbandoniamoci con fiducia tra queste mani, Lui farà di noi una cosa nuova.
Auguri Dolcissima Valeria, che il Signore ti Benedica e possa rimodellare la Tua vita come il vasaio.
Alex
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