Sabato e domenica ho salito la scaletta di uno scivolo. Dalla cima della scala mi sono buttato e, come se entrassi in un’altro mondo, superate le nuvole, ecco gli odori, i sapore e l’aria dei luoghi di quando ero piccolo.
Ho preso la macchina e sono andato a farmi un giro in quello che fu uno dei posti più belli della terra, ormai rovinato dalla cementificazione selvaggia e dall’ignoranza umana. E’ il posto in cui da bambino avevo una casa e dove, ogni tanto, andavo coi miei, per staccare la spina dalla vita di città.
E’ un luogo che non è più montagna e non ancora mare: è pure e semplice campagna. E io amavo questo luogo come il punto dove Dio ha piantato il compasso per creare il mondo.
Il verde dei campi e le vigne delle colline; soprattutto gli odori mi porto appresso. E poi quel senso di libertà di poter fare cose che normalmente non facevo a casa in città: giocare con l’acqua, sporcarmi tutto, urlare, correre.
Eppure già allora queste cose le facevo da solo, senza alcun amichetto, e, anche se non ne avevo la cognizione, sapevo già di essere diverso, che per me avere qualcuno con cui comunicare era un lusso raro.
Da quando abbiamo lasciato la casa ci son tornato poche volte. Non tanto per la malinconia di un tempo in cui le cose potevano andare diversamente.
Ma perchè i luoghi sono cambiati, come una bellissima donna che è stata stuprata e sfregiata ed è ora più volgare e orrenda di una donna naturalmente brutta; e non sopporto di guardare le mie dolci colline in questo modo. Non voglio che il loro mito venga sporcato dalla realtà. Anche le mie colline sono come me: sole e impaurite. Lo so, lo sento.
Ieri invece sono ritornato. Ero solo.
Ed eravamo, io e le mie colline, entrambi stanchi e consumanti dal tempo.
E sognavo di un mondo diverso, in cui quelle stesse colline torneranno ad essere ciò che sono state, ed io ciò che non sono mai divenuto.
E rifare tutta l’infanzia: correre di nuovo per risentire gli odori, i sapori. E dividerli con qualcuno.
Ieri mi sono lasciato andare ai ricordi.
Oggi eccomi di nuovo qui: a maledire tutto e tutti. A non capire perchè siamo su questa terra se ogni cosa ci porta a soffrire.
E a sperare che un giorno si possa andare in un posto dove il solo ricordo triste che avrò sarà il dolore che adesso sto vivendo.