So come ti senti, stai male, ci sono passata da poco..
Eppure ti posso assicurare che non ero sola. Avevo intorno a me tante persone che mi volevano bene. Ma un buco nell’anima, un vuoto d’amore e non “sentivo” piu’ nulla, non ero in grado di vedere altro che il mio dolore..non mi “sentivo” amata, forse perchè non mi è “arrivato” l’amore quando ero piccola, quell’amore che ti scalda il cuore e che ti fa crescere piu’ sicuro…
Penso che tu abbia centrato il punto. La solitudine intesa come malessere non è la privacy intesa come ricerca di un proprio spazio per ricrearsi e ritrovare le proprie risorse.
La solitudine diventa insopportabile quando non c’è un dialogo con l’altro, quando ti senti l’unico a provarla e aumenta il senso di peso in tutto quello che fai. E quando non c’è dialogo con gli altri, e per altri intendo chiuque, si interrompe anche il dialogo che fai con te stesso. Non ascolti piu’ te stesso, ti senti soffocato in te stesso. senza via d’uscita e ti fai prendere dall’angoscia e tutto il senso della tua stessa vita crolla, insomma crolla tutto. E’ come se togliessi un tassello, quello che sta alla base di tutta la piramide, togliendo quella certezza di sentirsi amati e capiti dagli altri, crolla tutta la piramide, non sai piu’ chi sei e in cosa riconoscerti, ogni altro rapporto umano che hai viene “contaminato” da questa sensazione angosciante. E’ come un buco nero che risucchia tutto dentro di se, portandosi via tutte le poche certezze in cui credevi e tutto diventa senza senso, in una parola vuoto. E’ un equilibrio delicatissimo, tanto delicato quanto è fragile la persona che si sente in preda a questo senso di vuoto. Ed è fragile perchè non si sente amata e capita.
Ma sentire quanto sia fragile il senso del nostro equilibrio e quanto poco ci voglia per condurci sull’orlo dell’abisso ci fa solo bene perché dà valore alle parole ed ai gesti della nostra vita. Tutti attraversano l’abisso, ma c’è chi non ha abbastanza difese per attraversarlo immune, e allora ci rimane dentro. E allora ha bisogno di una mano che lo tiri su, la mano di qualcuno che ci è passato ed è riuscito ad attraversarlo meglio. L’importante è non sentirsi gli unici e sapere che una via d’uscita c’è, perchè è proprio da qui che si parte per ritrovare se stessi quando ci si sente cosi’ persi… per ristabilire un contatto con la nostra parte piu’ debole, per scoprire che quel vuoto è in realtà pieno, basta guardarci dentro senza paura. E’ pieno. Ci trovi dentro tutto un mondo di paure, all’inizio fai fatica a riconoscerle perchè sono confuse, sfumate e non ne hai ancora il controllo..ti senti travolgere. Fermati un attimo e chiediti da dove vengono e perchè stai provando paura. Cosa ti fa paura: cosa ti minaccia? lo sguardo degli altri, le loro parole, hai mai ricevuto un sorriso senza pensare che dietro ci fosse un ghigno satanico? dentro di te vige il caos più che l’ordine ma paradossalmente in questo caos, basta che un’emozione sia riconosciuta, nella sua purezza, senza distorsioni dovute all’angoscia, basta che succeda questo a ridarci la fiducia nelle buone intenzioni degli altri, per ristabilire il dialogo giusto con te stesso e con gli altri, e parlando con gli altri per scoprire che anche gli altri provano la stessa cosa..e quando sarai abbastanza sicuro di questo, farai amicizia piu’ tranquillamente. Perchè non è l’assenza dell’altro il frutto della solitudine, è perchè ti senti l’unico a soffrire così che fai fatica a incontrare l'”altro”…
Non mettere a tacere le tue paure: se le ascolti, possono diventare una forza!
Ti sono vicina
S.