Non è neanche tanto la solitudine…qualcuno con cui fare 4 passi, mangiare una pizza o andare al cinema si trova sempre.
Il problema è che io non sto bene con me stessa. Non mi rispecchio nella vita che faccio, nelle persone che frequento, nei miei orari, nei miei luoghi…insoddisfazione allo stato puro. Per questo ci sono giorni in cui non vorrei nemmeno uscire di casa.
E’ patologico? Ho bisogno di un dottore?
“Bisogna avere ancora un caos dentro di sè per far nascere una stella che danza”, indimenticabili parole di Nietzsche. Io di caos ne ho proprio a volontà, ma le mie stelle sono ancora pallide e timide…ed io sono semplicemente spietata verso le mie debolezze e i miei insuccessi. Vorrei essere sempre perfetta, sempre all’altezza della situazione.
Per questo è tutto così complicato. L’unica cosa che mi da conforto è pensare a me stessa come a una materia prima da modellare, come una persona da costruire…si, effettivamente non si può tirare avanti a lungo con questi complessi. Però ieri notte, tornata a casa, ho pensato che non c’è molto altro da fare, se non andare avanti. Forse verrà il giorno in cui annegherò in un abisso d’ombra, ma quel giorno non è stato ieri, e non sarà oggi, e mi impegnerò affinchè non venga mai. Grazie a tutti per la partecipazione e gli incoraggiamenti. Non vi conosco (penso, poi chissà…magari ci vediamo tutti i giorni…) ma vi sono vicina e spero che neanche voi vi arrenderete. Buona domenica, ragazzi!
8 risposte Pagina 2 di 2
Rose,
ho letto entrambe le tue lettere e ne sono rimasto amaramente colpito perchè ricalcano alla perfezione la mia attuale condizione
Sì anch’io di fronte ai progressi e successi altrui riesco solo a provare tanta tristezza per il mio immobilismo, anche per me il confronto con gli altri si risolve in un penoso avvilimento, anche per me spesso le città in cui cammino cominciano a nausearmi..
Sì potrei pure continuare ma l’hai gà scritto tu.. e come hai già detto, anche nel mio caso, il problema vero è che non mi accetto, non mi amo
Così sono fermo immobile, incapace di proseguire lungo il cammino che ho scelto, perso in tante sterili fantasticherie che mi proiettano sempre altrove rispetto a dove sono..
Non credo comunque che sia patologico non avere voglia di riuscire se non ti rispecchi nella vta che fai.. direi che è normale, che avrebbe voglia di alzarsi per vivere una vita che non sente sua?
Ma il punto è : tu che vita vorresti? cos’è che vuoi? già saperlo penso ti e ci aiuterebbe..nel mio caso c’è solo un gran polverone nella mia
testa e null’altro..
Se vorrai parlarne sarò ben felice di risponderti..
Sii serena il più possibile!
Cari amici, la cosa che amo di più di questo sito è il fatto che, per quanto uno possa essere disperato, perlomeno scopre di non essere solo. Cioè, perlomeno scopre di non essere l’unico esemplare umano afflitto da problemi come solitudine, insoddisfazione e così via…già, non ci vuole la laurea per sapere una cosa del genere, ma credo che tanta gente cerchi di mascherare tutto ciò, nascondendosi dietro un finto sorriso. Lo faccio io per prima.
Per chi mi ha consigliato di parlarne con un amico…bhè, purtroppo io a parole mi esprimo male. Soltanto scrivendo riesco davvero a dire ciò che penso. Inoltre, non mi va di tediare la gente con interminabili lagne, perciò cerco di cavarmela da sola e non sembrare sempre la tristona della situazione. Anch’io diffido degli psicologi…sarà che conosco tanti imbecilli che usciranno da quella facoltà con una laurea in mano, ma non riesco proprio a fidarmi di costoro. Credo che uno psicanalista sia più adatto al mio caso…uno dei fondamenti della psicanalisi è che la causa dei nostri problemi, delle nostre manie, paure, ossessioni o come diavolo volete chiamarle, risiede in eventi che il nostro cervello ha relegato nell’incoscio, e dunque è praticamente impossibile riuscire a trovare il bandolo della matassa da soli. E quando uno inizia a fare a pugni con se stesso…bhè, sembra proprio il caso di rivolgersi a qualche dottore. Non so se lo farò. Io sono talmente orgogliosa da credere di potercela fare sempre da sola. Però sono contenta di aver trovato questo sito e di poter condividere i miei pensieri con voi…grazie per le risposte!
Ciao Rose e a tutti coloro si sentono soli e tristi.
?L’unica cosa che mi da conforto è pensare a me stessa come a una materia prima da modellare, come una persona da costruire…?
La tua frase Rose, che riporto virgolettata, è proprio l?espressione della realtà di cui è fatto il nostro mondo interiore.
Pensa: tutti noi, quanto tempo abbiamo trascorso dietro ai banchi di scuola, sui libri a studiare, ad imparare sempre cose nuove per ?prepararci alla vita?; quante nozioni abbiamo incamerato e quante continuiamo ad incamerare, sempre presi dalla quotidianità in una corsa continua ed estenuante.
La nostra società è attrezzatissima per insegnarci molte cose, per ?modellare? la nostra ?preparazione nozionistica?, ma lascia paurosamente incustodita la parte di noi stessi dove sono custodite le nostre energie migliori e da dove bisognerebbe invece partire per cambiare il mondo intero.
In questo ?angolo della solitudine? purtroppo si leggono pensieri quasi sempre dettati dalla tristezza, ma forse è proprio qui che si incontrano le persone nella loro veste più vera, perché è in questi momenti che la vita ci pone faccia a faccia con noi stessi, in un dialogo senza vie di mezzo, senza sotterfugi, senza giri di parole.
Per ritornare alla frase di Rose, in questi momenti siamo chiamati a dare una ritoccatina alla nostra ?materia prima da modellare? nel tentativo di rispondere in modo migliore alle sollecitazioni che dal mondo riceviamo. Ecco che allora interviene quel particolare artigiano che è in noi, a cui nessuno ha mai insegnato il suo lavoro che svolge con tanta pazienza, solo con le sue mani, poco alla volta, ritocco su ritocco, fino a dare la forma più giusta a quella materia da modellare. Un lavoro certosino che non è possibile standardizzare perché ad ognuno serve una forma particolare.
Con quell?artigiano dovremmo imparare a dialogare di più senza paura, non per isolarci dagli altri, ma al contrario per costruire un luogo così bello che tutti vorrebbero abitare, e da dove partire per contagiare ogni giorno una nuova fetta di mondo.
Siamo esseri sociali, sentiamo il bisogno della presenza degli altri, ma soprattutto degli altri cerchiamo di nuovo la loro parte migliore, la loro ?materia prima? il loro amore, il loro calore.
La nostra vita acquista un senso se il nostro obiettivo è questo: la ricerca continua di amore dentro e fuori di noi. Si tratta di un lavoro impegnativo ma dai risultati incalcolabili.
Cerchiamo gli altri, incontriamoli, scopriamo insieme ciò che siamo, senza stabilire un tempo.
Ma non dimentichiamo che la solitudine può diventare il nostro vero trampolino di lancio.
Un grande augurio di tanta felicità a tutti gli amici che si sentono soli.
Roby.
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