L’amore è un mistero. Ma anche la sua mancanza è un mistero.
Sono le due estremità di una stessa corda: la corda dello stare bene, della felicità.
Io ho molte cose cui far fede: una famiglia tutto sommato serena, una splendida micetta che è come un raggio di Sole, una casa accogliente, la salute, molti hobby, altrettanti interessi.
Non sono un brutto ragazzo, nè, credo, di essere stupido o antipatico. Mi tolgo le mie piccole soddisfazioni, sono generalmente rispettato, ho qualche buon amico. Insomma, i presupposti per la serenità ci sarebbero.
Eppure sono all’inizio della corda di cui parlavo; sono e mi sento, soprattutto ora, solo. E’ la cosa più incredibile del mondo: voler dare amore e non riceverlo. Parlo, ovvio, dell’amore inteso come passione, come vita dedicata a un altro essere.
E’ questo il dramma che complica tutto. Non poter condividere niente con una ragazza che ci fa star male tanto ci fa star bene; non poter fare insieme le cose che faccio da solo; non poterla seguire, proteggere, coccolare; non poter piangere con nessuno o ridere di un riso che non sia solo smorfia della bocca; non poter nemmeno arrabbiarsi sapendo che tanto dopo, vedendola, tutto passerà; non poterle scrivere tutto quello che mi passa per la testa e confidarmi e cedere anche io. Insomma, essere soli è una cosa buona, ma non per sempre, perchè l’uomo è un animale sociale. La solitudine prolungata è una forzatura.
Io sono un solitario. Perchè ci sono abituato. E quando sto male non lo sa nessuno; quando piango e urlo lo faccio contro il vento o in camera mia; quando ascolto una canzone l’ascolto solo per dare gioia alle mie orecchie.
Essere soli è una grandissima scuola, perchè ti fa apprezzare le cose. Ma è una scuola dura, perchè perfino io, di solito così controllato da apparire freddo, soffro. Pure io mi arrabbio, ricordo, piango, gioisco, vinco, perdo, mi offendo, mi stanco, mi emoziono. Ma nessuno lo sa.
Ci sono io con me. E questo rende il tutto bello a metà.
Sono libero, è vero.
Ma quando si devono reprimere le emozioni perchè non si ha nessuno con cui mostrarsi debole la libertà svanisce.
E mi sento schiavo di me stesso.
11 risposte Pagina 3 di 3
Per Silvia:
Carissima Silvia, mi domando e chiedo: ma dove vi nascondete? Dove si nascondono le ragazze come te?
Scherzo ovviamente. Se la gente non sa che sono diverso da come appaio è anche colpa mia. Ma, se ci pensi, non è possibile fare altrimenti. Certe cose preferisco dirle a chi non mi conosce perchè se le dicessi apertamente non avrebbero lo stesso valore, e sarebbero solamente parole fuori luogo condite di retorica. Bisogna trovare chi ci ascolta per parlare: e io riesco a sentirmi libero di dire ciò che sento proprio qui, dove si è coperti da anonimato, e a gente che non conosco.
Ci ho provato anche in altre occasioni, ma non è andata benissimo…
No, non riuscirei a mostrare sempre il lato sensibile. E nella vita di tutti i giorni sarebbe sbagliatissimo. Perchè non mi sentirei a mio agio. E il mio grande desiderio è proprio questo: trovare una persona che possa esplorare la parte nascosta di me, senza che io mi senta a disagio.
Sei stata carinissima a dire che sono un bravo scrittore. Hai stimolato la mia vanità…
Grazie davvero. Scrivere è il mio modo di comunicare. E se mi riesce bene significa che ho ancora qualcosa da comunicare.
Arrivederci gentile Silvia, spero di ritrovarti presto.
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