Da Vero per anonimo

La mia solitudine mi divora.
Ho pensato ai particolari.
Al mio vicino di casa se un giorno si troverà l’ambulanza sotto casa che ritira il mio corpo. Allo strazio di mia madre, che ha voluto darmi la vita, mi ha allattato, mi ha vestito, nutrito, coccolato; tutto per vedermi l’ultima volta in una cassa da morto.
A tutti i parenti che si disperano, perfino in buonafede.
E’ buffo di come il dolore sia come un vulcano: il magma non si vede fin quando non è troppo tardi.
Mia nonna che piange. Mio nonno forse anche, sempre che capisca. Mio zio (ma che quando ero piccolo non si è mai vergognato di terrorizzarmi e perfino percuotermi solo perchè ero un bambino che voleva giocare, e nessuno gli ha mai detto niente perchè è una figura semi-divina e intoccabile), mio zio, dicevo, che forse piange, forse non si capacita, ma forse sì perchè è l’unico che sia arrivato vicino al suicidio.
Mio padre, che forse finalmente avrà capito il suo fallimento.
Mia sorella, che non sa niente di me nè potrebbe capire.Come tutti del resto.Mio fratello e la sua ragazza, idem.
Capire ad esempio che morire, per chi sceglie di farlo, è una liberazione.
Poi il funerale, il silenzio in casa, lo shock. Butteranno via o metteranno in una cantina di qualche alloggio, senza dirlo a mia madre, le mie foto, i miei ricordi.
Già, le foto…
quanto è romantica una foto. Un attimo di noi che rimane e che, chi non sa, interpreta come vuole.
Alcune lettere mie probabilmente le distruggerei. Ma non saranno poi tante. O forse me ne fregherei e le lascerei lì dove sono, magari per civetteria.
Ma tutto sommato il suicidio sarebbe l’unico atto esclusivo e mio. Ne sarei il protagonista. Creerei distruggendo.
Sì, anche se non potrei più vederlo sarebbe un magnifico atto di egocentrismo e di vendetta su tutti. Ma a quel punto cosa importerebbe?
Rimarrebbe lo strazio di mia madre.
Qualcuno che sceglie la bara, che rimette in sesto il mio corpo, che mi incerona il viso e magari me lo cuce se l’impatto è stato truculento.
Il fiocco viola sul portone di casa. Tanti commenti di persone che neanche sapevano chi ero o che lo sapevano senza sapere. Qualche amico che si ricorda di alcune mie battute.
Poi il funerale, la cremazione (sì vorrei essere cremato), qualcuno di cui neanche mi ricordo l’esistenza che lo sa e viene.
Il fottuto prete che dice parole inutili e che, poverino, ha un compito ingrato: spiegare quello che è inspiegabile, ma in realtà comprensibilissimo: la qui presente salma in cremando si era rotta i cogli*ni. Quindi smettela di piangere, tornate a casa, continuate le vostre vite al meglio che potete e sappiate che un giorno morirete anche voi. E non annoiate il prossimo.
Finita l’orazione gli elegantissimi addetti delle pompe funebri prendono la mia bara in spalle: aria seria e scarpe lucide (chissà quanto costerà la mia morte…non saranno ca**i miei). Caricato su una mercedes e via…al campo crematorio, credo del cimitero Monumentale
.
Benedizione con aspersione di acqua santa (bastasse l’acqua…) e il momento più straziante di tutti: quando il mio corpo entrerà nella camera ardente. Mia madre sverrà o morirà di crepacuore. Mio padre tenterà di dominarsi. Qualcuno mi maledirà perfino per essere stato causa di tutto questo strazio.
Si torna a casa e alcuni parenti, i più stretti, si caricheranno di ansiolitici e antidepressivi. Non eslcudo che mia madre tenti il suicidio. Se lo facesse ci sarebbe il solito ritardato che stigmatizzerebbe anche lei.
Pazienza io, che mi suicido in effetti per scemenze: ma non salverebbero neanche una madre che perde il figlio. D’altronde cosa ti aspetti da chi nega l’anima agli animali???
Io, in tutto questo ho due possibilità: o il Paradiso dopo un colloquio con Dio o chi per Lui. Con susseguenti reciproche scuse: “Scusa se ti ho dato una vita di mer*a”. “Ma no, scusa Tu, Gesù, se l’ho buttata solo perchè mi sentivo un po’ solo”.”Guarda Alberto, ciò che hai fatto è grave, ma ammetto che non ti ho aiutato molto e qualcosa ho sbagliato anche io quando ho creato il Pianeta Terra”. “Sì, in effetti è vero…ma allora perchè non lo distruggi? Ti assicuro che visto da dentro è peggio ancora di quando ci sei sceso tu l’ultima volta. Certo, non ascolatre troppo Taricone…lui era privilegiato. Ma io, ad esempio, mi son sempre sentito una mer*a. Magari lo ero, ma perchè mi hai fatto nascere mer*a?” “Eh sai, il libero arbitr..” “NON DIRE CAVOLATE PER FAVORE!!!! Non mi son suicidato distruggendo una famiglia perchè tu mi parlassi come un prelato da quattro soldi. Contieniti!! Sei Dio!!! Il libero arbitrio non esiste. Esiste il dolore. Ma d’altronde quando tu sei venuto al Mondo eri Dio e sapevi di esserlo, o comunque eri suo figlio ( a proposito, com’è questa storia?) e insomma qualcuno di raccomandato. Io no. Io ero un povero RELITTO. Come volevi mi comportassi? Sei tu che dovevi darmi l’intelligenza, l’impegno, il carattere. Io non li avevo. Non avevo gli strumenti per vivere e tu mi hai fatto vivere. Io che ne potevo???? Vabbè, lascia perdere dai. Ti chiedo di farmi rinascere, sempre nei miei panni, ma con i desideri che avevo che si avvereranno. Se vuoi aspetto che muoiano tutti quelli che mi conoscevano per ritrovarli e ricominciare insieme, tanto qui il Tempo non esiste, vero?. Basta parlare, insomma!, ora che ho finito di soffrire, fammi stare bene”. E Dio finalmente si convince.
Seconda possibilità: l’annichilimento. Non esistere più, non esserci. Dormire senza sogni. IO non SONO.
E tutto diventa aria, nuvola, cristallo.
Qulacosa di chiaro, mentre chi rimane su questa Terra di mer*a non capisce o fa finta.

Eppure niente è più comprensibile che buttarsi giù perchè non se ne ha più voglia. Non si ha più la forza e si è assolutamente consapevoli che NIENTE ha un reale valore.
Non l’amore, che sembra ormai un gioco.
Ecco cosa penso a 33 anni.

30 risposte Pagina 6 di 6

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Da Madia
zona di Bari

…sono entrata nel sito per puro caso… e per puro caso ho letto il tuo amaro e sconsolato monologo… sono una mamma che soffre di solitudine da ben cinque anni… tutto cio’ che scrivi (eccetto la fantastica descrizione della tua morte) io l’ho pensato (il colloquio con Dio)… sono rimasta colpita profondamente e mi chiedo: ma chi ti ha ridotto così a soli 33 anni? Chi ti ha portato a tale stato di annichilimento spirituale e mentale?? Io sono sola sentimentalmente e capisco “la solitudine” interiore che è davvero uno stato pietoso dell’anima. Pero’… chi ti dice che la vita sarà di m… ancora per molto?? Se la Fede non ti supporta apriti agli altri e accendi in te pensieri di speranza…la vita è un dono irripetibile…non ti dico di pensare a chi sta peggio di te (io non credo a quel banalissimo “mal comune mezzo gaudio”)… pensa solo a chi ha raggiunto età avanzata e si guarda indietro con rimpianto e con l’amara tristezza di chi sa di non avere piu’ cartucce da sparare!! Tu hai la tua giovane età e LA SPERANZA di poter essere ancora felice… vorrei dirti ancora tante cose ma mi fermo: Un giorno non ricorderai nemmeno piu’ cio’ che hai pensato ora, vedrai… VIVI e basta! Un abbarccio virtuale, Mad

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Da Vero

Cara Madia,

Apprezzo molto le tue parole, credimi. Ma partono da una premessa sbagliata: la premessa che per il solo fatto di essere un po’ più giovani si debba per forza fregarsene delle continue delusioni. Ininterrotte e laceranti.
Cosa mi ha ridotto così? La mancanza di amore, il non essere accettato, il non costruire con una donna che mi accogliesse. Non sono scemenze, essere sempre solo è atroce ed essere giocato sempre anche di più. Poi le frustrazioni lavorative, il fatto che questo mondo genericamente mi faccia schifo. La depressione, che è comunque un mistero. Insomma, tanti, troppi fattori. E non conta avere 40, 50 o 33 o 25 anni.
La descrizione del mio funerale non era per niente fantastica, ma assolutamente probabile.
E l’aprirsi agli altri è, scusami, una banalità peggiore del “mal comune mezzo gaudio”. Aprirsi come? Se neanche si ha la forza di mangiare.
E poi, quando mi apro, vengo respinto.
Il mondo è cattivo, non lo sai? Ci illudiamo noi che abbia qualcosa di buono, ma è una m**da. Una assoluta vergogna dove tutto è ribaltato. TUTTO.
Non c’è speranza quando si arriva a sapere questo.
E allora è solo questione di tempo.
Un bacio sincero,

Luca

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Da Angel75

X Disperatissima:

Ehi, ciao! Ho letto un po’ il tuo dialogo con Luca e ci tengo a farti capire una cosa…Quello che stò per dirti, ti sembrerà sbagliato e non la penserai allo stesso modo, ma voglio dirtela ugualmente. Sono convinta che Luca non è la persona cattiva, arida, presuntuosa che credi tu. Il suo modo di fare, di attaccare le persone è una sua difesa. Devi vedere il suo modo di fare come una corazza che si è costruito nel tempo per evitare di essere colpito e ferito ancora. Se s’incontrano persone come lui, bisogna sapere ascoltare, dire il proprio pensiero MA SENZA GIUDICARE! Persone come lui, vogliono solo questo; una persona che gli sappia ascoltare…senza avere la paura di essere giudicato. Ogniuno di noi, vive i propri problemi, la propria solitudine in modi diversi e ogniuno di noi crede che la propria sofferenza sia la piu’ terrificante, seria… Da ciò poi nascono le incomprensioni che danno il via ai litiggi fino a quando si finisce per odiarsi a vicenda.

Ora dirai di farmi gli affari miei ma…volevo provare a farti capire una cosa che magari ti è sfuggita nel comunicare con Luca.

Buona vita, Angel75

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Da sara

Caro alberto, ti comprendo benissimo e vorrei raggiungerti per esternarti il mio dolore e la non piu’ voglia di vivere, sai non sei l’unico a soffrire. anche io penso che nessuno puo’ capire il dolore che si ha dentro e che chi sceglie di morire lo fa come atto di liberazione.
un abbraccio, un caloroso abbraccio.
non so se cìè la faro io?

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Da Vero

Io sono Luca, ma se vuoi parlarne per me va bene. Cosa c’è che ti distrugge?

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