Da vuota per anonimo

Ormai sono arrivata ad uno stato ben preciso, prima ero in una fase di disperazione totale(addirittura mia madre e i miei “amici” se ne erano accorti),ora invece riesco un pò ad identificarmi, sono in un pieno stato di rassegnazione.Non è troppo terrificante dato che comunque mi sento meno m**da di prima!Però mi rendo conto di far più schifo, perchè almeno prima pensavo costantemente negativo, ora invece non penso proprio a nulla…tutto per me ora non fa nè caldo nè freddo, mi sento leggera, mi pare di essermi svuotata completamente di tutto l’odio e la malinconia che tenevo dentro, però insieme a loro se ne è andato via pure tutto il resto lasciandomi questa assurda indifferenza del cavolo

6 risposte Pagina 1 di 2

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Da Un ragazzo

Ciao…
Oggi ho risposto anche a una tua dedica precedente.
Anche stavolta ho letto attentamente le tue parole e mi sono ritrovato profondamente in esse…Cavolo, mi sembrano quasi scritte da me qualche anno fa!!!

Sai, quando ero alle superiori anche io a un certo punto passai da un forte risentimento verso le persone a una quasi totale indifferenza…
Mi sentivo più libero nel parlare alle persone e nell’isolarmi…Di questo ero soddisfatto…
Ma mi sentivo improvvisamente indifferente a tutte le cose belle che prima mi piacevano e davano almeno un pò d’allegria alla mia vita!
A volte mi sentivo un vegetale, perchè in alcuni momenti non provavo alcun sentimento, avevo come la sensazione che fosse tutto un sogno e che io fossi lì soltanto col corpo…
Era come se di tanto in tanto io perdessi l’anima e i sentimenti, e dopo mezza giornata mi tornavano fino all’occasione successiva…

Non so se la tua esperienza attuale coincida con questa mia esperienza…
Ma se si trattasse di una cosa simile, ti chiedo:
secondo te è meglio provare più dolore ed anche più gioia, sentendoti più viva, o provare un pò meno dolore e sentire questa apatia e mancanza di voglia di vivere?
Pensi che a lungo termine questa indifferenza possa diventare la cosa più dolorosa?

Ti sono vicino…
E spero di aver RIEMPITO un pochino il tuo sentirti vuota!
Ho fiducia in te.
Fabry

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Da airina
zona di Napoli

Carissima,
amica come ti capisco e come mi rispecchio in te.
Ormai sono anni che lotto con la mia solitudine, nel momento in cui penso che tutto si stia mettendo per il meglio e provo un pizzico di gioia è quello il momento in cui sta per accadere di tutto perchè come diceva il mio caro papà (morto meno di 2 mesi fa): “nella vita non ha diritto a sorridere”, sono parole che a commentarle fanno davvero male perchè questo significa che la vita non è una cosa bella, ma purtroppo è cosi’.
Non disperarti comunque si va avanti i giorni, i mesi, gli anni passano e noi cerchiamo di sopravvivere.
In bocca al lupo

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Da Marco
zona di Firenze

Forse la cosa ti sembrerà strana, ma ci sono persone che aspirano proprio a raggiungere uno stato di rassegnazione totale. uno stato di pace e di indifferenza. Io attualmente non chiedo altro che questo. La vita mi ha letteralmente massacrato; adesso spero di raggiungere uno stato di quiete dove niente e nessuno potrà più farmi male.
E’ vero: chi soffre di più sa anche essere più felice. Sono le due facce di una stessa medaglia e rinunciando a soffrire si rinuncia anche a godere intensamente. Ma quando uno dalla vita non riceve altro che dolore che cosa se ne fa di questa benedetta ipersensibilità ? Non è più un dono; è una maledizione.

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Da vuota

A un ragazzo: sai mi rispecchio in pieno nella tua descrizione.
Alla prima domanda che mi hai fatto forse mi viene da pensare che sarebbe di certopiù bello vivere godendomi sia il brutto che il bello della vita.Ma poi i fatti e le circostanze mi portano a risponderti che, anche se la voglia di vivere in questa situazione è davvero poca, io preferisco sopportare meno dolore che affrontare quella sofferenza atroce che è la vita stessa nei suoi mille aspetti.
Infine credo che l’indifferenza negli anni porterà semplicemente la mia anima a spegnersi del tutto senza avermi fatto godere nè l’adolescenza nè nient’altro…
Grazie per essermi vicino e per le tue risposte profonde.

A airina: Già il mio problema è che non sono capace di vivere, ma purtroppo nemmeno di sopravvivere…Grazie.

A marco: Tu dici che da una parte è meglio l’indifferenza che soffrire sul serio.
Non so proprio se darti ragione o meno, io mi ci sono ritrovata pian piano dovendo sopportare umiliazioni, prese in giro, mancanze di rispetto o non essendo considerata(sai alla mia età la gente può essere davvero cattiva).
Comunque so solo che è un po come essere nè triste nè felice, nè leggero nè pesante…
Per farti un esempio, io sono una disegnatrice accanita, disegnavo tutti giorni, sempre;ma da quando sto in questo stato, di indifferenza appunto, non riesco quasi mai a farmi venire la voglia di disegnare e considera che per me è la cosa che più mi piace fare…
Vabè fai pure le tue considerazioni…comunque grazie per avermi fatto sapere ciò che pensavi.

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Da Marco
zona di Firenze

La mia risposta riflette semplicemente la mia storia e il mio stato d’animo attuale… non prenderla per oro colato. Ognuno di noi è un universo a sé stante.
Per le persone felici è facile dire: “Sopporta perché ne vale la pena !”. Per loro vale sicuramente la pena, ma per chi soffre atrocemente da tanti anni (e non intravede mai un barlume di speranza) le prospettive sono un po’ diverse.
A parte questo, non sta scritto da nessuna parte che tu debba rinunciare alla tua creatività. Io nei momenti di maggior sconforto ho tratto un grande beneficio dalla scrittura. Spero che tu riprenda presto a disegnare e che magari trovi proprio nel disegno una via di liberazione dal dolore.
Un bacione.

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