Ti prego non pingere..
io una volta piansi così tanto, per tante di quelle ore di seguito, di un pianto così violento, a tratti soffocato e a volte ruggente che i miei genitori preoccupati, chiamarono il cim (centro igiene mentale)
mi ritrovai questi estranei nella mai camera
e non sai l’imbarazzo lo smarrimento nel dover giustificare in pochi minuti quel pianto alimentato da tanti anni di solitudine e inerzia
Dovevo convincerli che il ricovero non era necessario perchè non avevo intenzioni autolesionitiche, ma ormai erano lì e..giusto per un controllo, mi ricoverarono..
all’ospedale trovai un medico che riuscì a capirmi e mi dimise subito trovandomi decisamente “fuori luogo”, certo ero profondamente depressa,
ma non esigevo una terapia farmacologica da somministare in regime di ricovero..
anzi secondo lui non avevo neanche tanto bisogno di farmaci, ma solo di parole di sostegno..
nel mio caso la psicoterapia di sostegno non ebbe esiti positivi,
non è facile parlare dei propri dissesti interiori ad una persona che, sebbene intenzionata ad aiutarti, è lì ad ascoltarti comunque perchè è il suo lavoro,
è lì in quella determinata ora..perchè quella è la fascia oraria del suo lavoro, in quel determinato posto..perchè quello è il luogo del suo lavoro..
ho parlato di nuovo troppo di me..
le parole di sostegno del medico non valsero niente, mi sarebbe piaciuto averne delle altre
Io quest’anno sto vivendo di nuovo un ferragosto da sola come te..non credo di poterti regalare delle parole lenitive..
ma se vuoi io sono qui
ciao un bacio
