Da cecilia per anonimo

E’ da un po’ che vi leggo e sinceramente la maggioranza di voi provoca rabbia in me. Perchè siete troppo occupati ad autocompatirvi e a dare la colpa agli altri, a chi vi ha “calpestato”, deluso, “ucciso dentro”, piuttosto che cambiare le vostre esistenze. Cambiare? troppo difficile, meglio stare attaccati alle gonne di qualcuno che vi asciughi le lacrime, o cercarlo questo qualcuno/a a cui attaccarsi alle gonne o ai pantaloni.
Sono passata attraverso i miei problemi (e chi non ne ha?), non per ultimi gli attacchi di panico, che mi impedivano non poco di vivere “normalmente”, ma ho stretto i denti, mi sono aiutata con le unghie e con i denti, mi sono lasciata aiutare dai medici. Non azzardatevi neanche a dire che io non conosco la solitudine: entro in una casa immersa nel silenzio, ed esco dallo stesso silenzio. Anche a me qualcuno mi deluso e fregato, ma non per questo rinuncio a vivere. Ho letto che c’è chi si fa mantenere dai suoi perchè sta talmente male da non riuscire a lavorare. Consiglio personale, durante il famoso periodo dei miei attacchi di panico, andare a lavorare anche se alle volte era difficile, mi ha aiutato e non poco, quindi piantatela di piangervi addosso e datevi una mossa. Poi si potrebbe cambiare il nome a questa sezione e chiamarla definitivamente “Depressione” anzichè solitudine, e cmq una non implica l’altra. Se uno può patire la solitudine non è detto che sia depresso, quindi state confondendo le due cose. Ci mancava solo chi annuncia il proprio suicidio come la ragazza della dedica sottostante per farvi toccare il fondo. Quindi curatevi (non c’è nulla di cui vergognarsi a curare la propria salute fisica e/o mentale, anzi!) e piantela di frignarvi addosso perchè ci fate proprio una pessima e patetica figura. Migliaia di persone vivono situazioni pesanti, stressanti, più che difficili da sopportare e non solo non emettono un lamento, il più delle volte hanno il sorriso sul volto.
Forse è il caso di iniziare a crescere e asciugarsi le lacrime, o sarete patetici a vita.

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Da Marco83

Tu non hai capito nulla.
Io ho 24 anni. E purtroppo capisco chi si ?lamenta?, come dici tu.
Spesso parlo con una ragazza su msn, ha 18 anni, veramente una bella persona, l?unica amicizia vera che ho, non è una persona superficiale come tu invece dai l?impressione di essere. Lei non capisce il perché della mia situazione. Nemmeno io.
Io capisco che ci sono delle persone che nascono sfortunate e fanno fatica a vivere una vita normale, ma c?è anche una parte di persone che avrebbe tutte le carte in regola x avere una tranquilla esistenza ma così non è.
La cosa più brutta, che forse tu non capisci, è che non c?è una spiegazione a questa solitudine. Nemmeno noi capiamo, come dice Cat nei suoi messaggi.
Credi che sia bello alzarsi al mattino, accendere il cell, e poi arrivare alla sera, spegnerlo, e rendersi conto che accenderlo è assolutamente inutile, perché non c?è nessuno con cui parlare? Questo non per un week end, ma per settimane, mesi, anni.
Credi che queste persone, me compreso, non abbiano provato in tutti i modi ad uscire da questa situazione? Ti sbagli. Io momentaneamente ho ?deposto le armi?, perché questa guerra mi ha un po? stremato, ma se guardo indietro ho davvero pochi rimpianti sul mio modo di essere e nel pormi con gli altri.
Tu hai sofferto ma ora hai vinto? Brava, complimenti, sono contento per te, sei un esempio da seguire. Spero anch?io un giorno di poterlo urlare al mondo.
Il fatto è che per molte di queste persone la guerra contro la solitudine è ancora in corso, e ci sono momenti in cui c?è un desiderio incontenibile di sfogarsi, ma non c?è nessuno con cui farlo: ben venga allora questo forum.
Vuoi togliere loro anche l?unica valvola di sfogo?

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Da alias

Concordo appieno con te Cecilia. Lo speravo che arrivasse qualcuno a scrollarli dal loro torpore, poi sai quando la gente non vuole capire non capiranno mai. Non capiscono che è la vita che è così, che ci sono sconfitte o momenti bui da superare che la vita non è giusta come ce l’aspettiamo. Non riescono a farsene una ragione e piangono e fin qui nulla da dire, ma si autocompiacciono della loro autocommiserazione giudicandosi anche profondi pensatori, figurati! Sono come bambini che fanno un capriccio e piangono e strillano finchè non ottengono quello che vogliono, con la differenza che i bambini sono più spensierati e coraggiosi nell’affrontare la vita. E molto più sorridenti e felici.
Se non se ne faranno una ragione che la vita è così, ne prenderanno parecchie di bastonate nella vita, continueranno a sbatterci il muso e a piangere, che altro vuoi aggiungere? Niente, tanto prendono dagli altri solo ciò che vogliono: commiserazione, sono come i bambini, ma meno svegli. Lasciamogli una scatola di kleenex. Finchè continueranno i loro macabri discorsi di morte, desolazione e tutto il comprensorio non mi stupirei se continuassero ad arrivare annunci di suicidio.
Farsene una ragione crescere e superare sono vocaboli a loro del tutto ignoti, ciao Cecilia e grazie del tuo intervento.

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Da Lord Flash

Per me tu non sai cosa sia la solitudine interiore, essere soli non nel senso di non avere amici per andare in disco o pub, ma essere scansato per quello che sei, nel senso che la gente non apprezza il tuo modo di essere, quindi in questi casi bisogna cambiare e io l’ho fatto, ma quella solitudine c’è ancora ed è difficile da toglierla.

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Da mio
zona di Bari

ciao cecilia,
Non commento nulla, perchè siamo tutti diversi, rispetto ogni opinione.
Per molte persone scrivere qui è un modo per sfogarsi per raccontare quello che si ha dentro.

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Da ragazzo
zona di Alessandria

x cecilia: ascolta io non ho mai parlato di tragedia. Raccontavo solo il malessere. Ma potrei farlo, e tu non dovresti avere proprio nulla da dire. E tra l’altro non ero affatto in città. Nelle dediche uno scrive sensazioni, delle istantanee non scrive tutto il contesto perchè suppone che le persone siano abbastanza sensibili da concentrarsi sulla sensazione e non sul contesto. Non ti sto a raccontare tutta la mia vita, solo alcune cose. Per questo che ti dico che non sai nulla. Magari uno rompe un vaso e si dispera, e tu pensi sia un idiota che frigni a fare? Poi però magari scopri che quel vaso era l’unica cosa appartenuta a sua madre che gli restava. Ecco questo è un esempio, banale quanto vuoi, di come il contesto cambia i fatti, tu non conosci il contesto e giudicare senza esso è un tantino sciocco.

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