Chi siamo noi davvero? Dove siamo? Nascosti nelle nostre stanzette a lamentarci e a piangerci addosso. Ci sfoghiamo davanti ad un freddo monitor per evitere di confrontarci con gli altri. Ma chi sono poi questi altri? Marziani? Forse siamo noi degli alieni? Confusi ed infelici. Ci trasciniamo nei giorni con la speranza che qualcosa possa cambiare ma consapevoli che in realtà non accadrà nulla. E? così, punto e basta. Finiamola con le frasi fatte da cioccolatino. Ci frustiamo l?anima con questo senso di smarrimento e nello stesso tempo, nel nostro punto più profondo del cuore, ci crogioliamo nell?essere diversi, nel non essere stereotipati. Ma restiamo comunque animali feriti, senza una meta e vaghiamo in cerca dell?amore, dell?amicizia, di noi stessi. Tutti cerchiamo qualcosa per elevarci, per essere nuovi. Spiriti fragili con gusci da attori. Sorrisi, battute, ma poi dentro di noi c?è il vuoto, il mare, un lamento costante e perpetuo. Ma cosa vogliamo da noi stessi? Cosa vogliono da noi? E perché tutto è così tremendamente ingiusto? Perdenti, sconfitti, siamo il popolo degli ultimi.
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Per Lia: Qui abbiamo letto di una persona che si lamenta di essere sola, ma non sappiamo perchè o chi sia. Sei stata tu, per prima, a dare dei giudizi senza conoscerla. Non tutti hanno la possibilità di darsi una svegliata e tu non sapevi neppure con chi avevi a che fare. Forse il nostro amico è un anziano, chi lo sa? Non lo ha specificato. Io ho affrontato il discorso della solitudine in senso generale. Spesso essa è causata anche da bullismo o emarginazione, quindi ho giustamente parlato anche di questo. Comunque come tu stessa dici un anziano non ha la possibilità di darsi una svegliata a causa delle sue condizioni materiali. Quello che volevo farti capire è che molti ragazzi si trovano in situazioni del genere e io ne ho conosciuti. Questo è quello che mi pare la gente non capisca quando fa questi discorsi, questo volevo sottolineare, su questo volevo far riflettere. Il mio paragone fila perfettamente, perchè se come me hai conosciuto personalmente ragazzi che venivano umiliati a scuola e a cui veniva IMPEDITO di farsi delle amicizie, se come me hai incontrato ragazzi che davvero non sapevano da dove partire per farsi una vita sociale, che alla fine sono stati anche considerati “mezzi pazzi” e buttati negli ospedali psichiatrici…Allora capiresti cosa intendo. Ho letto che anche tu hai passato momenti di solitudine e sei stata fortunata, ma c’è chi non ha avuto la tua stessa fortuna. Perchè parlo di fortuna? Perchè delle persone, al contrario di te, non hanno neppure avuto la possibilità di darsi una svegliata, di far dipendere la propria sorte dalle proprie azioni; questa è una possibilità e una fortuna che TU hai avuto. Ma che non hanno tutti.
Ghost, dici che non vogliamo capire, ma tu forse fraintendi quello che voglio dire.
Se tornassi indietro di 2 anni scriverei le cose che dite voi. Le stesse identiche cose.
Pure io ero “emarginata” e sola. E vedevo e pensavo come voi. Quello che volevo dire (magari spiegandomi male), e che questo situazione potrebbe cambiare: con un colpo del destino (se ci credi) o della casualità unito al “coraggio di cambiare”, la svolta.
Io, e credimi se te lo dico, ho conosciuto la solitudine, e so il male che lascia dentro.
E sono stata anche fortunata ad aver avuto la possibilità di cambiare, non lo nego.
Quello che desiderei che voi e tu capiste, è che non vi giudico negativamente per l’atteggiamento che avete. So che è l’unico possibile in determinate situazioni… e il vittimismo (non prenderlo come un giudizio!) è totalmente normale.
Io vi sprono solo ad avere un minimo di fiducia. A lasciare aperto uno spiraglio per concedere a qualcuno/qualcosa di entrare. E vi sprono anche ad avere il coraggio di cambiare la vostra vita.
E’ difficile abbandonare “la sicurezza” a cui ormai la solitudine vi ha abituato… si sa, l’ignoto fa paura.
Voglio solo portare la mia esperienza e dire che un giorno le cose cambieranno. Un giorno incontrerete la persona che vi starà ad ascoltare. Un giorno un lavoro diverso vi riporterà “in vita”…
Non so ancora se e quanto definirmi credente in Dio, quindi non sto parlando di fede religiosa.
E’ nell’ordine naturale degli eventi che qualcosa cambi prima o poi.
Ti dico solo di non prendere queste parole come parole dette da un’invasata.
Proprio perchè ci sono passata anche io so cosa si prova.
Prendi queste parole per quello che sono. Una testimonianza di una che ne è quasi uscita. E che ti dice che prima o poi capiterà anche a te/voi!
Ciao..
Certo ghost, di anziani che scrivono di non volersi stereotipare se ne vedono ogni giorno..
Ma sottigliezze a parte caro ghost, leggi bene quello che ho scritto nella prima risposta.
Non mi sono riferita a cancro in particolare, ho fatto un discorso generale prendendo spunto da quello che lui aveva scritto.
Forse ho giudicato come sbagliati i comportamenti di queste persone ma non le persone stesse.
Ma vedi? Qui c’è chi risponde provando a dare un consiglio o cercando di mettere chi scrive di fronte alla realtà delle cose, visto che, vedendole dal di fuori, può essere più obiettivo.
E c’è chi invece scrive continuando a commiserare : hai ragione sei solo, ma non è colpa tua, sono gli altri i cattivi, il mondo è piena di indifferenza.. ecc ecc..
Evidentemente io faccio parte della prima categoria.
Poi beh.. è ovvio! Ognuno fa ciò che vuole della propria vita.
Perchè gli anziani non dovrebbero scrivere di non volersi stereotipare? Mia nonna per esempio mi diceva sempre (per vari motivi):”Io sono una nonna moderna! Non sono come le altre”; facendomi così capire che non voleva appartenere allo stereotipo della “nonna”. Dove sta scritto che gli anziani non possono scrivere di non volersi stereotipare? Sì, è vero, hai fatto un discorso generale e io infatti ti ho risposto in modo generale. Ma davi comunque per scontato che Cancro facesse parte della categoria di persone a cui ti riferivi, per questo ho voluto puntualizzare che lo hai giudicato senza conoscerlo. Rispondendo a un’altra cosa che hai scritto, ti dico che per me giudicare sbagliato il comportamento di una persona è come giudicare la persona stessa. Supponiamo che ci sia un’assassino e tu gli dicessi che è un sporco omicida: stai giudicando il suo comportamento, ma così facendo includi anche lui come persona nel tuo giudizio. E’ così. Tu dici che vedi le cose dal “di fuori” e quindi puoi essere più obiettiva, ma chi ti dice che non le vedo anche io dal fuori? Potrei essere solo o potrei non esserlo, non ne ho mai parlato qui. E’ una tua deduzione che io sia solo. E comunque (anche se fossi solo) non puoi dire che non posso essere obiettivo perchè vivo la solitudine in prima persona, devi motivare le ragioni per cui quello che ho scritto è per te sbagliato. Dirmi “tu non puoi parlare perchè sei solo” è solo un modo di attaccarmi a livello personale e se sei arrivata a questo significa che non hai molte argomentazioni da portare avanti per giustificare quanto dici. Concludo dicendo che se avessi semplicemente dato un consiglio, non me la sarei presa tanto, il problema è che tu hai anche voluto colpevolizzare le persone sole, dicendo (esplicitamente o no) che se sono sole è perchè si sono create un mondo loro, devono aprirsi, ecc. E’ QUESTO che mi ha dato fastidio e che sinceramente mi ha fatto un po’ arrabbiare.
Non credevo di creare un forum di discussione con la mia dedica. Devo ammettere di essere sorpreso. Ovviamente la mia era semplicemente una valvola di sfogo, un modo molto semplice di liberarmi da cattivi pensieri e da emozioni negative. Ho deciso di lasciare questa ulteriore dedica perché credo sia ?doveroso? specificare alcune cose. Innanzitutto mi riferisco a coloro che si arrabbiano quando leggono le dediche piagnucolose cariche di vittimismo. E? abbastanza ovvio che nella rubrica ?solitudine? non ci saranno mai (perlomeno molto raramente) messaggi positivi; coloro che lasciano il proprio pensiero qui sono persone che non stanno bene con se stesse e di conseguenza con il mondo. Logicamente le loro parole saranno intrise di quello sconforto e rassegnazione che tutti provano quando si sentiano avviliti e sconfitti. La mia, ad esempio, era nel culmine di un periodo particolarmente negativo, per cui condizionata dalla tristezza di quel momento. In realtà non sono recluso nella stanza a digitare costantemente su una tastiera, non mi lamento perennemente, non mi piango addosso. Ho una vita normale, ho un lavoro impegnativo e ricco di responsabilità che mi regala soddisfazioni, ho una famiglia che mi vuole bene e degli amici che sento vicino (e che lo sono). Ma il ?male di vivere? che hanno quelli come me nasce da dentro e questo malessere non ci permette di godere a pieno del mondo, che naturalmente ci sembra complicato. Siamo noi (sono io) complicati. Ma credo che sia normale, in un momento di debolezza, lamentarsi e scaricare un po? di colpe su qualcosa che non siamo per forza noi. E? vero altresì che questo non deve essere una scusa per non fare nulla. Avete perfettamente ragione quando scrivete che bisogna ?darsi una svegliata?. Comprendo ciò che volete dire, nessuno ti regala niente, se vuoi qualcosa te lo devi prendere. Sacrosanta verità. Ma talvolta è difficile no? Alcune persone godono di una forza di carattere maggiore e riescono ottenere risultati impensati per altri. Quella dedica scritta ?in generale? era riferita al sottoscritto e a tutti quelli che sentono di non avere qualcosa (forse sono degli amici, forse un amore, ecc?) e si sentono battuti dalla vita stessa, da quel destino che gli appartine. Non sono banalità. Chi decide cosa è necessario e cosa no? Ma se vuoi qualcosa, se vuoi cambiare la tua vita (la mia vita) devi lottare, questo si, questo sempre.
Grazia a tutti voi per i vostri puntuali ed intelligenti pareri.
Con affetto, Cancro.
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