Chi siamo noi davvero? Dove siamo? Nascosti nelle nostre stanzette a lamentarci e a piangerci addosso. Ci sfoghiamo davanti ad un freddo monitor per evitere di confrontarci con gli altri. Ma chi sono poi questi altri? Marziani? Forse siamo noi degli alieni? Confusi ed infelici. Ci trasciniamo nei giorni con la speranza che qualcosa possa cambiare ma consapevoli che in realtà non accadrà nulla. E? così, punto e basta. Finiamola con le frasi fatte da cioccolatino. Ci frustiamo l?anima con questo senso di smarrimento e nello stesso tempo, nel nostro punto più profondo del cuore, ci crogioliamo nell?essere diversi, nel non essere stereotipati. Ma restiamo comunque animali feriti, senza una meta e vaghiamo in cerca dell?amore, dell?amicizia, di noi stessi. Tutti cerchiamo qualcosa per elevarci, per essere nuovi. Spiriti fragili con gusci da attori. Sorrisi, battute, ma poi dentro di noi c?è il vuoto, il mare, un lamento costante e perpetuo. Ma cosa vogliamo da noi stessi? Cosa vogliono da noi? E perché tutto è così tremendamente ingiusto? Perdenti, sconfitti, siamo il popolo degli ultimi.
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Premetto che questa dedica e le risposte sono le prime che un pò hanno un non so che di diverso..Lia non è stata brutale sono sicuro che lo ha fatto a fin di bene..però il punto Lia non è che cancro voleva essere altezzoso o dichiararsi diverso da tutta la gente “normale”..ogni persona in questo mondo è diversa da un altra sia quelli che sono soli sia quelli che hanno mille cosiddetti amici..il punto è questa è una sezione di dediche chiamata solitudine e quindi è logico che ci scrivono tutti e di tutto su qualsiasi cosa..può essere una persona veramente depressa e sola da anni, un ragazzinoa in momento di crisi, etc etc non voglio dilungarmi..e poi diciamo che questa è una cosa super-iper impersonale perchè già è difficile parlare faccia a facia con la gente ed esprimere cosa sentiamo veramente dentro, cosa tra l altro impossibile e mai a pieno, e io penso che lasciare una dedica sia ancora più difficile esprimere veramente ciò che si voleva dire con il cuore o ciò che si pensa veramente, anche se dicono sia più facile..comunque ho perso il filo del discorso ma quel che voglio dire è che se qualcuno scrive su questo sito in questa sezione in particolare vuol dire che o solo per quei 5 min o per dieci anni si sente male.quindi siccome non possiamo sapere se è l una o l altra si ascolta tutti.e alla fine vi assicuro non si può trovare ne la soluzione ne il rimedio ai vostri problemi leggendo le risposte.magari sollievo per i 2 min che si legge.ma poi sta tutto a noi.neanche ad amici nella realtà o chiunque altro dio i santi buddha.solo a noi.so che è una frase di cioccolatino, ma il punto non è non riuscirci, il punto è volerlo..chiedersi:io voglio essere felice? se la risposta è si allora devo darmi da fare..se è no beh forse è meglio che aspetto un pò per capire il perchè, e capire cosa mi impedisce di volerlo..ma ricordate niente ci salverà se noi non lo vogliamo..io ho a che fare con dei ca**i amari e devo affrontarli perchè ho aspettato troppo..io so perhè però sono così..voi lo sapete? ora dovrei capire cosa mi può rendere felice..perchè questo non lo so ancora.ognuno si cerchi la sua strada visto che ora possiamo senza obblighi culturali o materiali fino a un certo punto..io spero di trovare la mia, e la speranza vi assicuro è l unica cosa che mi fa andare avanti ora per un me migliore nel futuro..ciao
x anonimo e ghost
Non potete assolutamente scrivere che i miei discorsi del “datti una svegliata” sono gli stessi fatti da tante persone che sottovalutano il problema.
Non potete farlo perchè non mi permetterei mai di toccare un argomento e di dare consigli riguardo a qualcosa che mi è estranea.
Se lo faccio è perchè anch’io ho attraversato la stessa fase di disagio e sofferenza di chi scrive in queste pagine, nel mio caso cadendo nell’autodistruzione.
Ho passato anni ad autocommiserarmi, ho passato giorni e giorni a piangere pensando che il modo ce l’avesse con me. Sono stata male anche fisicamente.. ho vissuto questa situazione quasi come una malattia.. quindi non scrivetemi che non posso capire.
Ho conosciuto la mia migliore amica a 22 anni, prima non sapevo cosa fosse la vera amicizia. L’ho coltivata piano piano. Ho iniziato a fidarmi di qualcuno, ma soprattutto ho imparato prima ad ascoltare, piuttosto che a sfogare i miei tormenti e miei lamenti e basta.
Ho trovato l’amore a quasi 24 anni, da un giorno all’altro, non capivo cosa stesse accadendo nella mia vita, non riuscivo a capire come qualcuno potesse amarmi perchè io, per prima, non amavo me stessa. Non riuscivo a capire cosa di me potesse colpire, perchè io, per prima, non mi reputavo nulla di speciale.
Se oggi sto quasi bene, e comincio ad andare d’accordo, prima di tutto, con la mia persona, se mi sto liberando da quella tendenza all’autodistruzione che ha caratterizzato non solo la mia adolescenza, ma anche gli anni a seguire, è solo perchè
mi sono “buttata”, mi sono data una “svegliata”.
Oggi la strada è ancora in salita, perchè non si può sperare di risolvere tutto dall’oggi al domani, l’importante però è iniziare.
Cosa credete, che non sappia cosa significhi vivere in una prigione creata da noi stessi?
Ho fatto di tutto per stare tra la gente, anche se mi sentivo un pesce fuor d’acqua, anche se mi sentivo sempre fuori posto tra i ragazzi della mia età.
Stare con gli altri non significa uniformarsi, non significa necessariamente omologarsi, come scriveva il caro cancro.
Significa conoscere, capire che dietro ogni persona, anche quella che sembra più superficiale o antipatica, c’è un piccolo mondo da scoprire. Ognuno può darci qualcosa ma soprattutto noi possiamo dare qualcosa agli altri.
Ho provato a fare l’educatrice per bambini, pur non avendone alcuna capacità, ho giocato con loro, li ho aiutati a fare i compiti, ho cominciato a sentirmi un po’ viva.
Ho iniziato a salutare anche le persone che credevo mi reputassero antipatica. All’università ho iniziato a chiedere aiuto quando avevo un problema, cosa mai fatta, forse per orgoglio, forse per timore di non essere presa in considerazione.
Sono partita in viaggio da sola perchè una volta arrivata dovevo autoimpormi di parlare con gli altri, dovevo necessariamente vincere la timidezza per chiedere un’informazione.
Ho iniziato a telefonare io, ho iniziato ad accettare gli inviti che mi facevano. Anche se poi me ne stavo lì zitta senza nulla da dire. Piano piano ho inziato anch’io a far conoscere la mia persona al di là dell’apparenza fredda e distaccata che ho sempre mostrato.
Ho quasi fatto violenza su me stessa, perchè solo chi soffre tanto la timidezza può capire cosa significhi buttarsi nella mischia, alla fine ne è valsa la pena.
E questo sapete perchè?
Perchè c’è stato qualcuno che in modo brutale e spietato mi ha detto che stavo buttando e sprecando la mia vita.
Perchè c’è stato qualcun altro che mi ha detto che era inutile studiare così tanto e ottenere buoni risultati perchè con questo atteggiaemnto non sarei comunque arrivata da nessuna parte.
Perchè ho conosciuto ragazzi malati che non avranno mai un futuro ma che continuano a studiare, a coltivare le loro passioni, i loro interessi, a vivere ogni attimo come se niente fosse.
Quindi non ditemi che non possso capire, al contrario posso capire più di chiunque venga a rispondere : “quando meno te lo aspetti la vità cambierà”.
E’ vero che cambia.. ma bisogna volerlo e perseverare.
Vi abbraccio e auguro una buona vita anche a voi.
Lia sono pienamente d’accordo con te. Non aggiungo altro perchè sarebbe superfluo… dico solo che il vittimismo (non consapevole, sicuramente) non porta da nessuna parte.
Siamo noi che dobbiamo reagire… il mondo non è stato costruito con lo scopo di sbranarci… noi dobbiamo coglierne le opportunità, noi dobbiamo aprirci.
E c’è bisogno di qualche risposta “brutale” e diretta… sono con te.
Appunto, il discorso di Lia è il discorso che fa chiunque. Penso che troverebbe milioni di persone che le darebbero retta. Ma io purtroppo penso con la mia testa. Credo che spesso non si possa parlare di vittimismo, ma di persone che sono VERAMENTE vittime e parlano con realismo. Il mondo non è pronto a sbranare nessuno, il mondo non è ostile a nessuno, questo è vero. Ma il mondo spesso non è giusto. E’ giusto che ci siano persone che si suicidino nelle scuole a causa del bullismo e dell’emarginazione? Non credo proprio. Le persone spesso non aiutano chi è in difficoltà. Alcuni si trovano davvero a non avere un modo di farsi amicizie. Questo è quello che VOI non volete capire. E’ OVVIO che tutti i solitari dovrebbero cercare di cambiare queste cose, ma penso anche che essi lo sappiano già da soli. Se non lo fanno è solo perchè il mondo (non ostile, ma indifferente) non glielo consente; quindi tanto vale non farle ‘ste prediche, perchè la persona non ha comunque un modo di farsi amicizie. Ma anche se fosse come dite voi, che sono loro a voler rimanere soli, tanto vale non farle lo stesso ‘ste prediche, perchè se hanno scelto di rimanere soli è perchè così ci stanno bene. Se non credete a queste due ipotesi, dovete per forza ammettere che viviamo in una favola in cui tutti aspettano le persone sole e la loro amicizia; mentre delle persone colpevoli e chiuse vogliono rimanere sole perchè sono masochiste e stare male gli piace. E poi pure a lamentarsi ‘sti qua, guarda un po’! Vogliono rimanere da soli e si lamentano pure! Eppure io vedo milioni di anziani soli o abbandonati negli ospizi, tanto per fare un esempio; è un mio errore pensare che c’è qualcosa che non va se vedo anziani che vengono abbandonati persino dai figli? Forse dovrei riuscire capire che questi anziani dovrebbero darsi una svegliata e aprirsi.
Cosa c’entrano il bullismo e l’emarginazione?
Qui non ho mai letto di persone che hanno
subito soprusi. Ma solo ragazzi di neanche 20 anni che soffrono perchè non hanno il fidanzato o tanti amici con cui uscire il sabato.
Quindi non esasperare il discorso.
E la tua tagliente battuta sugli anziani?
Non fa nè ridere nè piangere.
Un anziano, soprattutto se abbandonato dalla sua famiglia, non ha più le forze e le energie per darsi una svegliata.
Quella è la vera solitudine.
Quella delle famiglie che lasciano morire i loro cari da soli è la vera indifferenza.
Il tuo paragone, quindi, non fila per niente, ma visto che cerchi in tutti i modi di giustificare chi si lamenta e si autocommisera senza un reale motivo, ormai fai pure.
Ciao. Ti auguro Buona vita
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