Da Anonimo per Anonima

Sei una psicopatica, M.; non è un disturbo mentale (anche se può essere correlato ad alcuni disturbi mentali come il disturbo antisociale, il disturbo borderline e il disturbo narcisistico) ma si tratta di un insieme di caratteristiche tendenzialmente egosintoniche, cioè che senti in sintonia con te stessa e che pertanto non sei incentivata a cambiare. A te potrà anche dare fastidio che io ti consideri incapace di provare empatia affettiva e rimorso nonché che ti consideri una bugiarda patologica spietata e manipolativa, ma non ti daranno mai fastidio queste cose in sé. Se anche qualcun altro (oltre a me e ad altre persone) ti dirà che sei una manipolatrice e una bugiarda patologica, tu in risposta cercherai solo di essere più abile nel mentire e nel manipolare senza farti sgamare, ma solo per proteggere la tua immagine, non per altro, in quanto non sei capace di provare interesse umano per qualcuno e per questo non te ne frega niente di cambiare. Non ce l’ho con te per essere una psicopatica. Gli psicopatici in genere hanno una struttura cerebrale diversa dai non psicopatici (ad esempio un’amigdala tendenzialmente più piccola), pertanto quello che sono è probabilmente dovuto a un’esposizione particolare a ormoni pretanali, a una componente genetica particolare o a un trauma infantile/adolescenziale connesso alla genetica. Non è una colpa avere certe caratteristiche biologicamente innate (o biologicamente latenti nel caso di certi traumi). Non è quindi neanche tanto utile tentare di farti capire l’impatto devastante (e forse psicologicamente permanente) che hai avuto su di me (e che potrai avere anche con altri in futuro) per la tua pericolosa tendenza alla menzogna patologica e alla manipolazione. Anche se tentassi in tutti i modi di fartelo capire con tutta probabilità non te ne imporrebbe nulla né tantomeno proveresti alcun rimorso per quello che hai fatto; al massimo ti potrebbe infastidire il fatto che ti abbia affibbiato l’etichetta di psicopatica (che intendo in senso ampio e subclinico, sia chiaro che non ho le competenze adeguate per attribuirti un punteggio superiore a 30 nella Psychopathy Check-list Revised, lo strumento che gli esperti utilizzano per diagnosticare la psicopatia vera e propria, che potresti anche non avere pur avendo fuori da ogni dubbio altissimi tratti psicopatici) ma, ripeto, questo tuo eventuale fastidio dovuto all’esposizione nuda e cruda di te stessa non ti incentiverebbe in alcun modo a cambiare ma, al massimo, ti indurrebbe solo a nascondere ancora più abilmente la tua psicopatia, che però nasconderesti solo per motivi di immagine, apparenza e narcisismo, non certo per vergogna. Perché scriverti questa dedica se ti reputo un mostro disumano incapace di provare empatia affettiva, rimorso è incapace di assumersi le proprie responsabilità? Solo per sfogarmi, semplice. Questa dedica non ha alcuna utilità pratica. Concludo dicendo a chi in questo sito mi sta leggendo che, se un giorno ti innamorerai anche tu, come me, di uno/una psicopatico/a, sarà come allevare un rettile: potrai anche sviluppare amore e affetto verso quella creatura ma, per questioni prevalentemente fisiologiche, essa non ricambierà mai in modo profondo i tuoi sentimenti per un semplice motivo: non ne è, per definizione, in grado. Solo che nessuno si sognerebbe mai di farsi stritolare da un pitone, un crotalo o un boa; quando li compri, in genere, sei assolutamente consapevole del fatto che si tratta di animali pericolosi da trattare con molta cautela, per quanto tu possa volergli bene nel presente o nel futuro. Quando frequenti una persona psicopatica, invece, questa consapevolezza iniziale può non essere presente e questo, nel breve e/o nel lungo periodo, può rivelarsi devastante dal punto di vista psicofisico. Lo so bene, perché ci sono passato.

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Da Anonima

Io credo che, schematizzare taluni comportamenti umani/mentali sia riduttivo. La psichiatria, la psicologia clinica non sono scienze esatte seppur studiate in ambito accademico, come nel mio caso, perché non suscettibili di criterio di generalizzazione seppur ammissibili di indici di inclusione all’interno di pattern che vanno valutati globalmente. Ora, nessuno mette in dubbio che lei stia raccontando una verità, la sua. E, la bugia patologica o no, resta tale, impattante per chi la subisce. Oltre che una problematica inerente un ambito patologico, dovrebbe essere valutata anche in termini relazionali, senza scendere in disquisizioni prettamente scientifiche che non daranno soddisfazione agli interlocutori, protagonisti, ecc. Se si è reso conto di tali criticità, dovrebbe cercare di gestire la cosa, allontanandosi dalla fonte di tale destabilizzazione o gestendola in maniera razionale, cosa difficile quando sono in gioco i sentimenti. Cerchi, piuttosto, di capire perché sente il bisogno di scrivere qui piuttosto che affrontare la cosa in altri contesti. Posso comprendere il suo disappunto, comunque…All’interno di questo sito, la realtà mostra distorsioni patologiche per tutti. Un caro saluto

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Da Anonimo

Anonimo
Ma ché te frega di quello che dicono e scrivono qua dentro?
Solo tu sai cosa hai veramente provato. E nessuno qua dentro può giudicare la tua vita in quanto esseri totalmente estranei a te.
Ti sei sfogato.
E hai fatto bene.
Non dare peso alle scemenze scritte.
Tu hai i tuoi valori sicuri e certi…e non possono certo alcune considerazioni od interventi superflui intaccarli.
Stai sereno…ti auguro con tutto il cuore di conoscere persone migliori.
Continua a sfogarti…perche’ fa bene al cuore.
Un caro abbraccio.

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Da Anonimo

Rispondo solo perché dici che io avrei parlato di empatia cognitiva contrapposta alla affettiva, cosa che non ho mai fatto. Anzi, proprio la carenza nell’empatia affettiva è il punto che intendevo sottolineare! Lo psicopatico vero e proprio, almeno verosimilmente (ovvero: volendo non solo descrivere in modo empirico come si fa in psicologia, ma cercare di _comprendere_ fin dalle basi elementari, ciò che gli psicopatici fanno e il modo in cui si presentano!), vive in un mondo emotivo/”affettivo” in cui – proprio come potrebbe suggerirgli la sua stessa indole – tutti cercano di fregare tutti, e in cui se sei (per così dire) al tavolo da gioco e non hai capito chi è il “pollo” da spennare, significa solo che il pollo sei tu. Poco importa che materialmente ciò sia falso (lo è, clamorosamente! e questo ha delle conseguenze, vedi sotto) se questo è il suo modo di interpretare “affettivamente” la realtà. Le sue emozioni, per così dire, “affettive” sono limitate strettamente all’ “interessarsi” di QUESTO tipo di situazioni. Per questo puoi addirittura “manipolare/stuzzicare” una persona con tratti psicopatici semplicemente facendogli credere di essere in qualche modo suscettibile ai suoi intrighi: fintanto che ci crede, sarà emotivamente “attratta” da te, in modo molto reale, perché tu “sei” qualcuno che può tornargli utile e questo lui lo sente in modo istintivo. (Questa è l’unica cosa lontanamente simile all’affetto che gli psicopatici “veri” possano provare, e se mai sarà possibile “addomesticarli” sarà proprio sfruttando costruttivamente questo lato “quasi umano” del loro carattere.) E per converso, lui sarà molto portato a capire quando “stai cercando di fregarlo”, quando, ben lungi dal tornargli utile, sei per lui incomprensibile (intuitivamente, non cognitivamente) come una scatola chiusa; se può reagire in qualche modo lo farà immediatamente, altrimenti si sfilerà elegantemente dalla situazione.

Sia chiaro però che proprio perché non ha una normale empatia affettiva, lo psicopatico ha difficoltà molto reali a capire _intuitivamente_ le situazioni potenzialmente “win win” e quindi a ispirare fiducia “cognitiva” da parte degli altri nella sua capacità di gestirle. Non solo, ma per lo stesso motivo, la sua vita interiore è molto più povera, e questo traspare che lui lo voglia o no. Molte volte si “specializza” nella ricerca di sensazioni forti; ma in ogni caso non solo i legami profondi, ma anche l’interesse per gli altri, quello per le questioni di ordine sociale, l’apertura mentale/intellettuale in genere, il senso di ciò che di “ammirevole” gli esseri umani fanno o percepiscono, della cultura o dell’arte, forse persino il senso dello ‘humour’, sono, con grande probabilità, cose che poggiano in modo basilare proprio sull’empatia “affettiva”! E per quanto lui possa aspirare a essere sempre più efficace nei suoi intrighi, e a confondersi nella massa, una controparte accorta, attenta e non troppo coinvolta dalla situazione può sgamarlo anche così. Come dire che sue manipolazioni, pur se efficaci, restano in qualche modo superficiali. Credo di aver detto a sufficienza e mi fermo qui… Davvero mi attribuisci l’idea che come gli autistici, NON SAPPIANO decodificare gli stati emotivi e gli orientamenti altrui, neanche al fine di manipolare gli altri? Ovvero una cosa che si scontra con qualsiasi definizione di tratti psicopatici!

Ah, se vuoi che ti citi una fonte interessante che tratta l’argomento e ben diversa da wiki, lo farò. Ma questa risposta ho voluto darla… non perché hai parlato di cultura superficiale, ma solo perché lo hai fatto senza attenerti a ciò che realmente avevo scritto. Per il resto, gli autori del DSM non fanno mistero del fatto che il loro disturbo antisociale si identifica con ciò che altri chiamano psicopatia. Se poi parli solo di tratti “limitati”, OK ti concedo questa distinzione, ma allora cadono proprio i presupposti per attribuire alla tua M., come fai, la mancanza di qualsiasi interesse per gli altri o anche di “sentimenti” di qualche tipo! Vero è che questi possono essere molto peculiari (come lo sono, solo per fare degli esempi, il piacere per l’adorazione per il narcisista, o persino la ricerca di attaccamento e di senso di fiducia per il borderline), ma pur sempre sentimenti sono. Sufficienti per una relazione duratura? Forse no, ma non possiamo certo negarlo a priori!

Ripeto che non so cosa effettivamente ti sia successo con questa persona, ma in ogni caso una tendenza a fare come la volpe con l’uva, per quanto piccola e certo umanamente comprensibile, la dimostri anche tu. Il tuo dire tranquillamente di aver fatto lo str… in passato ma che tanto tutto viene perdonato, è TIPICAMENTE italiano, e guarda caso, è un modo di fare “sparire” proprio il rimorso…in modo deleterio e che incrina alle basi qualsiasi forma di fiducia! Quindi in quello che scrivi ci vedo un po’ di ipocrisia. E dato che certe disamine degli altri, per OVVI motivi, sono cose che si fanno SEMPRE andando con i piedi di piombo… c’è dell’ipocrisia anche nel tuo stupirti che questa dedica sia stata criticata!

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Da Anonima

Io resto dell’idea che dovresti sopratutto se sono passati due anni e ancora hai tutto questo da sfogare
Con tutto quello che ti permetti di dire poi, sarebbe addirittura obbligatorio farlo! Anche perché, pur non avendo idea di cosa ti abbia fatto, questo è quello che hai percepito tu, non necessariamente quello che è lei
Di dio ne esiste uno soltanto e non sei tu
A maggior ragione poi che fa cosi male a te! L’unico modo per affrontare un dolore o una brutta esperienza è affrontarla altrimenti ti rimane dentro
Fidati di una che non parla mai e poi soffre incredibilmente

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Da Anonima

Che senso avrebbe se per definizione; questo affermi tu
Allora se da tutto ciò che hai scritto io penso che tu sei arrogante, è legge che tu sia arrogante?
Perché a meno che tu non sia il suo psicologo e puoi affermare con assoluta certezza queste cose, lei non è psicopatica e tu non le parli perché non hai il coraggio di farlo
Del resto è molto più semplice fare i leoni dietro ad una tastiera… volpe uva, altro ché

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