E adesso mi continui a cercare nella tua titubanza astratta, senza senso e cervello, cosa vuoi, chiamami, parlami in faccia e non sui social, tuo malessere del tempo… prendi il tuo cuore, mettilo sulla scrivania e poi cerca bene nel suo interiore, rileggi e porta sù tutto quello che c’è di mio pur se lo hai più volte annegato… dalle tue parti non ci sono stazioni dei treni, ma mi impegnai a farcelo comunque passare, d’un tratto non sei salita, hai sorriso in un fantastico sogno che mai si sia adagiato tra le tue mani, ma poi sei sfuggita tra le onde del male, sei rientrata tra le scorie di questo tuo tempo perdente… per tornare sul mio sentiero devi sudare km e km di gregge… hai accarezzato e amato la mia tenera anima, ti ho riempita di baci e coccole, ti ho poggiato tra le mani le chiavi più preziose della mia vita… e poi, poi.. non hai saputo apprezzare, è sopraggiunto il malessere della tua esistenza… adesso non sò chi sei e nulla più conterai per l’affinità che nacque da una lacrima dorata… vai, porta tra i tuoi pianeti le curve più difficili dei tuoi sogni inadatti del tempo che in te sarà… lo sai…io avevo, ho e avrò obiettivi decisi, amorevoli e colmi di verità… nella mia strada son passate più ragazze, c’eri anche tu, ma nulla impedirà al mio istinto che altre ne passeranno…controlla il tuo stato d’animo e riportalo al semplice, non sei l’egocentrismo che fungi di rappresentare