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scusa se non sarò chiara, ma è difficile capire da dove cominciare. è una storia lunga e particolare.
vedi, io con mia madre ho sempre avuto un rapporto molto diretto, finche, un anno fa, i miei si sono separati. mia madre ha avuto un periodo di fragilità, non essendo abituata ad essere di nuovo sola, così io ho dovuto arrangiarmi. in quel momento ero più forte io, ero io ad asciugarle le lacrime e a dirle che andava tutto bene. mi sentivo un po’ come quel tipo dei miti greci di cui al momento non ricordo il nome che doveva reggere il mondo sulle spalle. però ho resistito, e sono diventata più forte. probabilmente se la vita non mi avesse sottoposta a questa esperienza non avrei conosciuto la gioia vera. lo so che sembra un tantino paradossale, ora proverò a spiegarti il perchè (non è chiaro nemmeno a me, a dire il vero!). dunque… il fatto di non aver potuto contare su mia madre, che in quel momento era molto più vulnerabile di me, ha reso necessario che io diventassi forte e sicura di me. come diceva Gandhi “si finisce per diventare quel che si vuole essere”: superata la botta iniziale con due settimane in cui mi sono sentita sospesa tra lo spazio e il tempo, rifugiandomi nelle mie fantasticherie, ho preferito vivere per davvero. mi sono aggrappata ad ogni brandello di speranza e di bellezza che riuscivo a trovare nel mondo. e invece di piangere gioivo. perchè potevo ancora vedere il cielo azzurro e sentire il vento fresco sul viso, e il sole accarezzarmi i capelli. possono sembrare cose scontate, ma il mio bisogno profondo di stare bene, di non abbandonarmi alla tristezza, me le ha fatte riscoprire. è un miracolo. io sto bene, ora. come a tutti gli esseri umani, però, mi capita ancora di essere un po’ triste e malinconica, a volte. mia madre, che ora per fortuna si è ripresa alla grande, è ancora incredula: non riesce a capacitarsi del fatto che io l’abbia presa così bene. chissà che tragedie s’immaginava che facessi. ogni qualvolta sono un po’ triste, crede che si tratti di problemi che in qualche oscuro modo siano ricongiunti alla separazione, che in realtà non mi ha danneggiata così tanto, anzi, oserei dire che mi ha cresciuta. per evitare che si senta in colpa inutilmente, che pensi “quando ci siamo separati abbiamo danneggiato la psiche di nostra figlia” (è parecchio protettiva nei miei contronti), i miei problemi spesso li tengo per la carta e l’inchiostro. è stato un caso che mi sia trovata a parlarne con la prof: ero andata a chiederle un chiarimento sulla lezione, lei mi ha chiesto se andava tutto bene e le ho raccontato un po’ di ciò che mi rendeva triste e quindi svogliata nello studio. ci siamo confrontate, ora lei è per me una amica-guida. ecco.