Che tu sia confuso ti fa un degno rappresentante del Novecento!
Essere confusi in quest’epoca è normalissimo. E’ l’epoca dello smarrimento, della crisi dei valori e della famiglia, chi non si sente smarrito?..CHI CERCHI CON QUESTA LANTERNA?”. DIOGENE RISPOSE: “CERCO L’UOMO!”.
Non si ha mai un po’ di tempo per fermarsi. Non mi sembra che le domande siano molto cambiate al giorno d’oggi. E’ vero, da un lato il consumismo ha portato ad un’alienazione degli esseri umani e i piu’ deboli si sono fatti corrompere dall’idea di possedere beni materiali che dessero un’illusoria quanto momentanea felicità, l’idea che nell’avere e nel possedere si esaurissero tutti i nostri bisogni..relegando i valori dello spirito e della famiglia in posizioni subalterne nei confronti del sapere scientifico e tecnologico,
l’apoteosi della volontà di dominio dell’uomo sul mondo, del suo egocentrismo e del suo credersi al centro dell’universo.
E’ anche vero che per reazione sono fiorite tante correnti di pensiero che hanno cercato di condannare questo presuntuoso uso indiscriminato e consumo sfrenato di beni materiali, correnti spitituali, penso al buddismo, al ritorno alla spiritualita, zen, new age, fanatismi d’ogni genere e ne hanno fatto una moda anche di quelli, ma la filosofia, l’esistenzialismo che ha sottolineato la condizione umana nella sua angoscia di vivere e ha aperto un varco al pensiero per entrare in questa zona oscura…e l’arte ne ha continuato il discorso usando il linguaggio che le è proprio, quello dei sentimenti, denunciando e tentando di mostrare sublimandole questi momenti di angoscia e di smarrimento, facendo vedere, toccare e sentire la disgregazione e la frammentazione, la solitudine e la impossibilità di comunicare il proprio dolore gli uni agli altri. Thomas Mann ? Diceva «La felicità di chi scrive è il pensiero che riesce a diventare sentimento, è il sentimento che riesce a diventare pensiero». Molti sono i tentativi di riconquistare quello spazio e quel tempo che fanno dell’uomo un degno essere umano e non un oggetto represso e annullato nella sua libertà di agire e di pensare, schiacciato dall’uso delle macchine e della burocrazia. L’arte in senso lato (la poesia, la musica, la pittura..) è l’unica forma di linguaggio che ci è rimasta come possibilità di esprimere e di trasmettere ancora qualcosa che a parole non si riesce piu’ a dire, perchè anche le parole sono già state usate tutte, già state ascoltate e non riescono piu’ nulla ad un orecchio troppo umano, abituato a sentire, o ad un occhio non piu’ abituato a vedere la meraviglia che ancora ci circonda.
Conosci l’urlo di Edward Munch? il grido?, dove è raffigurato un uomo che sembra implodere il suo stesso urlo di dolore. Non c’è opera che renda piu’ visibile un sentimento come l’angoscia esistenziale e l’essere gettati nel mondo e non usa una parola per esprimerlo, basta guardarlo e ti trasmette da solo l?orrore e lo sgomento.
Lo sai che a Parigi mi sono tuffata nel mondo bohemiens di Monmartre?..ho respirato l’aria maledetta dei poeti e dei pittori, dei letterati e degli artisti che vivevano ai margini della società parigina, quasi relegati nel loro mondo, dove non mancavano i vizi sfrenati e l’evasione nei paradisi artificiali dell’alcool e dell’oppio, ma dove sono fiorite opere grandiose..è stato tutto molto affascinante. La giornata in cui ho deciso di intraprendere la mia lunga scalinata verso la basilica del Sacro Cuore era grigia ed era forse per questo ancora piu’ suggestiva. Scendeva giu’ una specie di neve mista a nebbia e rendeva tutto il paesaggio ancora piu’ surreale, circondato da un silenzio quasi religioso…sembrava che da un momento all’altro dovesse succedere qualcosa, almeno così io mi sentivo in quel momento, mentre annasapvo salendo i gradini, rifiutando di prendere la funicolare (come avevano fatto i 330 giapponesi che ho incontrato piu’ tardi!!!,) fermandomi ogni tanto a guardare il tratto percorso e a riprendere fiato bestemmiando per le troppe esigarette che mi fumo..
Credo di essere andata fuori tema, pero’ ci tenevo a raccontarti qualcosa della mia breve esperienza parigina..
Aspetto tue notizie Fabry.
Ti voglio bene, grazie di esistere