Costante dolore,
racchiuso nella mia bocca,
malinconico oratore
con una paura sciocca.
Un soffio supremo
di un avvelenato vento
che assopisce il terreno
e la pioggia che sento.
Parlo con il cielo
che forse ti tiene stetto a se
con un soffice velo
e gli chiedo il perchè.
Piangemmo su un corpo senza calore,
che accarezzare si lasciava
ancora nell aria il tuo odore
e nella mente che piangeva.
Descrivo questo piccolo confine cautamente
tra la vita e la morte
non passa che un sorpreso frangente.