Il solito spazio nero…
L’ignoto mantiene la sua forma costante e cammino in quello spazio infinito, di dubbi, di domande…di niente.
Corro, scappo via da tutto quel nero puntanto verso una stella all’orizzonte…e avanzo sempre più in la, scorgendo il limite del confine.
Le mia gambe bruciano di una fiamma nuova, mi sento distaccato, mi sento sollevato, come se il mio corpo non mi appartenesse, come io fossi solo il pilota di me stesso.
Spicco il volo e arrivo a toccare quella stella, niente mi appartiene più, nessun ricordo, nessuna cicatrice, soltanto una profonda sensazione di appartenenza a qualcosa di preciso e puro…come se Alex si fosse distaccato da me e mi avesse lasciato qualcos’altro, un corpo nuovo un cuore nuovo…come se Alex fosse soltanto un frammento del mio passato, come un petalo di una rosa che se ne va con il vento.
E poi la stella si consuma nella sua luce e vengo respinto indietro verso l’ignoto precedente…tutto ritorna…ma stavolta non cedo…no…sorrido, mi asciugo il sangue che sgorga dal labbro tagliato per via dell’urto col terreno, guardo la salita di fronte a me e penso “Riproviamo”
3 risposte
e fai bene caro amico mio.
ti giuro che non ho mai letto una poesia così bella…
complimenti al quadrato!
viole allora cerca le dediche di sognando 😉
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