Da Anonimo per Gigi rock

Povera me, a cosa mi sono ridotta… A scrivere eresie in un sito di dediche mentre tutto il resto del mondo mi crede sana e normale. Qualcuno vedendomi mi dice anche che mi trova in splendida forma, che si vede proprio che sto bene. Mah, sarà. Io che conosco il mio sguardo mi guardo allo specchio e leggo tristezza, incertezza… Sento il mio cuore brancolare in nemmeno io so cosa… Non so fare altro che aspettare, non so consigliarmi di meglio. Il tempo è la soluzione a tutto ciò per cui una soluzione non esiste! Una volta ho letto una citazione molto bella circa l’aspettare:

“Mi ha detto che secondo lui la gente vive per anni e anni, ma in realtà è solo una piccola parte di quegli anni che vive davvero, e cioè negli anni in cui riesce a fare ciò per cui è nata. Allora, lì, è felice. Il resto del tempo è tempo che passa ad aspettare o a ricordare. Quando aspetti o ricordi, mi ha detto, non sei né triste né felice. Sembri triste, ma è solo che stai aspettando, o ricordando. Non è triste la gente che aspetta, e nemmeno quella che ricorda. Semplicemente è lontana.”

Questa Storia, A.Baricco

Mai frase fu più appropriata. Me la autodedico. Quanto tempo si può aspettare tra un intervallo e l’altro di felicità? Forse dipende dalla pazienza di ognuno e dalle occasioni che intanto ci circondano. Più ci allontaniamo da un’istante di felicità vissuta, ormai digerita ed espulsa con le feci, e più siamo circondati da altre nuove ipotetiche situazioni di felicità futura, non ancora degustata e mai mangiata. Ma esiste un’altra variabile in tutto questo: quanto si è legati alla felicità che si è vissuta. Io quella felicità me la sono cucita nei visceri, negli abissi del mio corpo. Come faccio a scucirla ora? Premesso che non voglio, non voglio e non voglio assolutamente scucirmi di dosso quei ricordi, nè allontanarti dal mio cuore… Basta, mi fa letteralmente male il cuore.

Una risposta ricevuta

Immagine mittente anonimo
Da Anonimo

Dici di scrivere eresie in un sito di dediche.
Hai idea di quante eresie si sentono dire nella vita reale o quanti ne scrivono e non sono certo degli sconosciuti e altre che non contente d’esser famose, no, non basta, si fanno autoscatti nude o in tutte le loro salse delle quali non me ne può fregar di meno, ma così è. Perciò è abbastanza difficile riconoscere i savi.

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