In queste tenebre dove vedere, respirare,vivere è una conquista, sento salire piano la speranza.
Non ha il colore rosso del sangue, non è tinta di nera pece, non ricorda sofferenze antiche, non ha il suono di risate profanate.
Lei sale leggera, avvolta d’oro, emanando bagliore lunare.
Ha il suono di campanelli d’ argento appesi a rami che il vento fa frusciare.
Odora di fiori primaverili, di brezze estive.
Mi promette sorrisi e giorni nuovi tendendomi la mano.
E allora, quasi senza volerlo, penso a te.
A te che manchi, a te che per sempre sogni magie, fate e principesse per continuare la tua favola troppo breve.
Con il tuo nome a fior di labbra non riesco, non riesco a tendere la mano per trarmi in salvo.
Il mio corpo paralizzato e gelido non è in grado di muovere un solo passo.
Così,anche quella speranza avvolta d’oro si allontana piano, mentre io mi accascio al suolo e piango.