Il giorno ha sempre la fine mentre giunge inquieta la notte…i silenzi si fanno più lunghi e nel buio si riflettono i miei pensieri alimentati dalla contante mancanza e incolmabile solitudine senza te e di te. La mente si avvia in cerca di ricordi…s’appresta nello spazio dei sogni a rivivere emozioni gia consumate dall’erosione del tempo, oltrepassa il confine,
Pulsa e si riflette tra argini dipinti di colori e magia, corre come un inarrestabile fiume che scorre tra le vallate di un infinito silenzioso. Respira dal prato fiorito d’amore si culla nei giorni dove la gioia amava la vita e il dolore non aveva il colore di tuoi occhi…ogni mio piccolo gesto d’amore nasce da qualcosa di reale, da qualcosa che è custodito nel mio cuore, la vita è breve ed io ti amerò ogni istante per renderla eterna come l’amore che sento solo per te.
Una risposta ricevuta
Non solo la sera sei nei pensieri, ma tanto più nelle ore che restano quanto sono più forte e lotto a sangue contro le belve maledette che vorrebbero morto nei sentimenti e nella vita… fra un’imboscata e l’altra mi faccio forza dei tuoi pensieri; sei tu la forza di questo pensiero. Non è un continuo riposare la mia giornata… ma un disperato difendersi a colpi di spada contro nemici numerosi e meglio corazzati. Già metà del mio cuore è ricoperto della pietra del maleficio che mi lanciarono contro; mi vollero vivo ma schiavo; un uomo disilluso e privo di sogni. Un cuore divorato dalla pietra che si oppone con amore… questo sono grazie a te e nessun altro.. che mi fai palpitare alla luce di sentimenti che son divenuti eterni quanto le stelle. E intanto respingo, uccido, ferisco e finisco, a volte però mi assaltano all’improvviso e ne rimango ferito; ma quando, però, torna la pace basta ricordarmi di te, di quant’ero felice, sapendoti con me. Bastava sapere che t’avrei rivisto e già sorridevo, leggero e forte, nemmeno fossi diventato come un dio dell’Olimpo, a cui nulla è impossibile. Falsi consiglieri, figli di Giuda, mi cacciarono dal paradiso, dov’ero felice, conducendomi ad una landa desolata e arida, da riempire il terreno delle venature della sete d’amore. Tu sei lì, nel cuore e ti ho difeso in una lotta di anni, senza sapere che vegliavi sempre su di me. Ora basta una semplice parola e e gli occhi brillano di forza. Le ferite fanno male… mutano in lievi smorfie i sorrisi; ma se non ci fossi tu, Rugiada, che dal cielo cadi a sanarmi, sarei già a terra, senza più forze, e non tenterei nemmeno di fermare il sangue con un laccio: lì rimarrei preda di tutti. Il paradiso perduto è un ricordo, un ricordo bello da far piangere di emozione; mi manchi tantissimo, sono esausto, e la spada colpisce a volte efficace, a volte a vuoto; sono ferito, e il cielo e guardo un orizzonte di petrolio venefico fra i nemici incalzano. Sono triste è vero, urlo al cielo e mi dispero nelle lacrime che si confondono alla pioggia, mentre da una parte e dall’altra mi difendo lanciando colpi esasperati; ma la tristezza è un buon segno, che ti dice che sto ancora qui a lottare, che non sono un cuore di pietra, perché sei dentro e per te sono ancora più forte io, che non posso continuare a lungo senza vincere la guerra; perdo ogni giorno sempre più vita dalle ferite. Ma ciò che mi sorregge e il desiderio irrinunciabile di non diventare come loro, un cuore ottuso come la pietra, perché ho te nel cuore e desidero amarti. Aiutami, amore; veglia su di me; ti scriverò dei sogni di sempre, quando la notte cala e la battaglia sfuma. Ho bisogno di te per non restare inerme e tornare vincitore: chissà che il paradiso una volta perduto non venga riconquistato.
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