riguardo la tua foto in cui mi sembri così piccola… mi ricordo di te all’ età di otto anni: ricordo la tua pazienza infinita, la tua risata sempre così discreta, il tuo modo di arrabbiardi così doloroso x me.
detestavo quando ti arrabbiavi perchèé sapevo, ne ero certa, era colpa mia… solo io ero capace di farti innervosire e piangere e urlare a volte… persino urlare!
quanti i sensi di colpa e i bigliettini mandati da sotto la porta; le scuse sussurrate e poi dilaniate nel profondo del mio cuoricino di bimba, che s’ illuminava ogni giorno nel vederti… così legate, così diverse.
eri la più brava, la più generosa _ah, quanto sei generosa, ancora adesso…_ la più onesta, la più giudiziosa, ti ho sempre stimato, ma senza provare invidia: era orgoglio.
orgogliosa di avere una sorella maggiore come te, che aveva sempre una buona parola x tutti, che piaceva alla gente e piaceva tanto anke a me.
riguardo questo tua foto e scorgo quel lieve sorriso imbambolato sotto gli okki strizzati x il sole.
ricordo la treccia lunga lunga che ti faceva la mamma e i braccialetti colorati intorno al tuo polso. ricordo quando il Mike mi prendeva in giro e tu ridevi sotto i baffi, ma poi costantemente mi raggiungevi a consolarmi
e tutti i pomeriggi passati a chiacchierare e ridere. e ridere ridere! sai ancora ridere come un tempo? posso ancora farti ridere?
e se ti mandassi un bigliettino da sotto la porta lo leggeresti? o saresti trp impegnata x occuparti di me… sei già trp impegnata x occuparte di te stessa, studi studi e lo studio ti divora, t’ inghiotte dentro i libri e non ti lascia più tornare indietro. dov’ è la bimba che mi consolava quando piangevo? …quando la notte avevo paura e sgranavo gli occhi al buio x intravedere la tua figurina dormiente nel letto
sussultavi quando t sfioravo e senza dire una parola ti facevi + in là nel letto lasciandomi un angolino caldo.
mi sveglio tardi e tu sei già in piedi da un pezzo, a studiare. esco la sera e tu resti a casa, a studiare. torna indietro ti prego, rivoglio quella che eri un tempo, rivoglio la ragazza diligente che mi accompagna a scuola e mi regala una caramella x farmi felice. non voglio quest’ automa che non mangia, non parla, non piange non urla non sa fare nulla se non studiare
riguardo la tua foto e m’ accorgo che ora non sei + tu… non sei tu e io non sto facendo nulla
non posso fare nulla, sono impotente sono schiacciata dalla soggezione; mi hai chiuso la porta in faccia e non ho il coraggio di aprirla. dico tanto che io sono una xsona forte, ma ho paura di quello che potrei trovare di là, ho paura a venirti a trovare
temo che non riuscirei a tornare indietro nemmeno io. riguardo la tua foto e mi perdo in ricordi troppo lontani che non discuteremo mai assieme. la domanda mi assilla e rimbalza come fosse un vortice impazzito una pallina da ping-pong che rotola lungo un pavimento in salita: tornerai? ti prego dimmi di sì… io non ce la faccio + senza di te…
se ti ho fatto mancare qualcosa, se ti abbiamo fatto mancare qualsiasi cosa dillo, dillo e ti porterò la luna, piuttosto.
scrollati di dosso l’ etichetta di figlia perfetta, torna da me… torna perchèé sento che non reggerò ancora x molto sento che sfonderò la porta frantumandola in mille pezzi e allora sarà ancora peggio. allora non ti fiderai + di nessuno e i sensi di colpa mi divoreranno x sempre; ripensa alla casa al lago, ai pomeriggi passati alla spiaggetta, in piscina a giocare.
pensa al fuoco la sera, alle grigliate, all’ orto del nonno; pensa al mare, ai premi vinti al luna-park, alle crepes con la nutella. pensa, ti prego pensa ai pomeriggi di giugno passati a giocare sotto il ciliegio… te li ricodi questi? dimmelo, te li ricordi vero… non puoi buttare nel cesso tutto questo, non ne hai il diritto! non lo puoi fare x me, ma soprattutto x te… guardati! sei una ragazza meravigliosa, perchèé ti stai facendo questo? dimmelo, parlami, fai qualcosa perchèé io non posso. io non ce la faccio, non ho la forza riesco solo a piangere come un’ idiota e a dirti che ti voglio un bene dell’ anima che mi manki. mi mancano le nostre litigate, mi mancano i nostri momenti, mi manca tutto… non voglio ricostruire il passato, ma almeno portare avanti un futuro; voglio che ci sarai con me… voglio che tu adesso esca da quella ca**o di porta e venga ad abbracciarmi a dirmi che va tutto bene che finirà tt
è tt tun incubo non è reale
tu stai bene, pesi giusto e sai ancora gridare, sai dirmi che ti sto rompendo le palle e io sono + forte, io sono una xsona in gamba… voglio che tu mi dica tutto questo, voglio poter dire tutto questo!
ma non andrà così. andrà come è sempre andato. andrà che ci dormirò su e domani sarà un altro giorno, io ca**eggerò come al solito fingendo di essere la figlia ribelle e felice che si diverte come una ragazzina, e tu passerai la giornata dalle 8 di mattino alle 11 di sera a studiare come la matura ragazza che si prepara x l’ esame di quinta superiore. la nostra finzione è l’ unico legame che intravedo nella nebbia di questa confusione. sento l’ eco lontano che mi risucchia alla realtà e m’ accorgo che sono parole sprecate che nessuno può interpretare. nessuno può sapere quanto siano lo sfogo e la distruzione che si capovolgono su di me nel dirti x l’ ennisima volta che ti voglio bene.
riguardo la tua foto e ti voglio bene.
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