Comprendo la tua situazione. Sei in una posizione più difficile rispetto alla mia, e, a questo punto ci sarebbe da chiedersi anche se rischieresti per il tuo nazireato, dato che entrasti nel deserto, allontanandoti dalle tentazioni del mondo, solo per servire Dio. Se peccassi e si venisse a sapere, potresti essere considerato ancora un nazireo? Oppure è passato abbastanza tempo per cui quei vincoli non sono più validi? E mia opinione che non sono più validi, perché fuori dalla chiesa abbiamo pari conoscenza reciproca e dignità, ma non vorrei che non fosse così agli occhi altrui…
vedi, non è mio desiderio darti peso in alcun modo. Se senti che la tua strada è camminare con Cristo, e che se camminassi anch’io con te e Lui, sarei un ostacolo, gettami via, lasciami alla sofferenza, perché ciò per cui hai lottato vale molto più di questa donna insulsa e peccatrice. Ti amo tantissimo, certo, non posso negarlo, ed è anche per questo che non posso volere il tuo male per nessuna ragione. Se non puoi dirlo per queste ragioni, allora ti chiedo solo una cosa: stringimi forte come una volta e lascia che ti senta ancora per portarti sempre con me anche nella sofferenza. Non devi dir nulla: quel gesto mi basterà per capire. Mi farà male da morire, lo so, e forse sentirò la tua mancanza ancora a lungo… ma meglio così che essere causa la tua sofferenza. Dico sul serio… lasciami andare se la mia presenza può andare a tuo danno. Ciò non significa che non ti ami, che abbia un altro principe, no! So bene che ti ricorderò forse per sempre…
se, invece, quella paura deriva solo dal dubbio che non sia in grado di reggere questa relazione e che non reggendola, mi farò male, sta tranquillo. Se anche fosse, ma non credo, non mi farai mai più mai questa mancanza che sa d’incompiuto e del dubbio atroce che sarebbe potuta andare bene.