Da Marco per anonimo
Zona di Firenze

La sua vita non aveva conosciuto stagione. Non primavera, sotto la ferula della miseria e del sadismo materno; non estate, né dolce autunno, né carità di figli, né nulla. Sciocca e priva di significato, le buone azioni vi erano rade, come radi e solitari alberi nella bruciare della steppa andalusa.
Dopo la timidità e la purezza del bimbo, che aveva dovuto continuamente tremare davanti alla libido sadica degli educatori (con senno reso nel dolore precocemente adulto, con nervi spezzati dai lunghi anni di terrore e di umiliatrice disciplina), tutto il restante della sua vita era stato feroce demolizione dello sporco e presuntuoso credo altrui, e ancora patimento, miseria, sporcizia fisica, prigionia, demenza, sconcio riso, inanità, stanchezza e torpore di vendicativo peccato, bestemmia, sudiciume, avidità senza premio…

(Carlo Emilio Gadda, “Cui non risere parentes”)

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