Presto attraverso di me passeranno campi e vermi. Il labbro della campagna rode: si sbreccia il muro. Si decompone la carne. Ed entro le torri oscure delle membra esulta la terra eterna.
Dalle mie inferriate redento inondate di lacrime. Redento da fame e spada. E come si fuggono d’inverno alle dolci acque i gabbiani, così: ripatriato.
(Gottfried Benn; “Un cadavere canta”)