Mentre la mia giornata scorreva, sentivo scorrere la sua. Avvertivo la sua presenza nell’edificio. Andando da una lezione all’altra, non avevo bisogno di vederla per sapere che era lì: invisibile nella folla, dirigeva i miei passi a cinque aule di distanza. Puntavo dritto verso il faro del suo sorriso. Mentre ci avvicinavamo l’uno all’altra, il chiasso e gli studenti attorno a noi svanivano lasciandoci soli, facendoci da cornice, e ci guardavamo negli occhi sorridendo: non c’erano più pavimento nè pareti, soltanto noi due in un universo di spazio e di stelle
Dal libro “Stargirl” di J. Spinelli