Ho seguito Jas fino al bagno. Sono entrata nel gabinetto accanto al suo e le ho parlato attraverso il muro.
-Jas ti voglio bene.
-Che stai facendo sei una stupida!
-No. La stupida SEI TU, Po.
-Sei stata veramente perfida a leggere le mie lettere personali.
-Come potrei tenermi informata se non lo facessi?
Dall’altra parte della parete è seguito un silenzio.
Dopodichè ha detto:-Che intendi dire?
Con tono ragionevole ho risposto: – Non avrei mai saputo che ti facevi chiamare Po se non le avessi lette.
Ero sul punto di abbindonarla. -Già, però, il punto non è questo… Io…
-Non dovresti avere segreti per al tua migliore amica.
-TU però i segreti ce li hai!
-E invece no. Ti ho persino detto del maglione che lasciava vedere quei bozzi, il giorno che sono andata da Dds.
– Bè, secondo Tom era logico che succedesse, con il maglione tutto bagnato.
Non riuscivo a credere alle mie orecchie. A quel punto è suonata la fine della ricreazione e ho sentito Jas che tirava la catena e usciva dal gabinetto. Sono corsa fuori e mi sono precipitata nel corridoio, dietro di lei. -Hai detto a Tom… dei miei bozzi?
Non riuscivo a crederci. Il mio seno era diventato un oggetto di pubblico dileggio.
dal libro “Ho toccato il fondo! Tutte le confessioni di Georgia Nicolson e del suo gatto” di Louise Rennison