Una settimana intera cercando di dimenticare Stefano negli occhi di un altro.
Cercando di trovare poesia in una pagina stropicciata, tentando di non provare repulsione all’abbraccio equivalente ad una morsa.
Una settimana intera a parlare con un altro uomo, a sorridere con un altro uomo sperando non mi chiedesse se mai avevo amato prima e quanto.
Ma la finzione non può durare a lungo ed oggi, mentre mi prendeva la mano sentivo dentro di voler andarmene, di voler scappare, di voler allontanarmi da lui.
Ero ancora al suo fianco eppure mi sentivo lontana, distantissima,in un altro pianeta, in un altra galassia, in un altro tempo.
Mentre lui mi chiedeva una spiegazione io rincorrevo i ricordi di Stefano, pensavo ai suoi occhi, alle sue mani, alla luce, al buio.
Pensavo alla sua voglia di vivere tramutata in una lapide gelida.
Pensavo ai sogni e alle idee balzane che sono morte con lui.
Pensavo alle notti passate a parlare per ore, pensavo alle Estati calde e a quest Inverno gelido, ai fuochi d’artificio visti in barca, in mezzo al mare.
Ma più di ogni altra cosa pensavo che l’amore non muore.
Gli altri dicono che Stefano non se n’è realmente andato, che è ancora qui.
Allora trovami Stè,trovami.
Dammi un segno, un sibilo del vento in cui poter trovare la tua voce, un fruscio di foglie in cui riconoscere il tuo passo, un onda infranta in cui carpire la tua energia.
Sconvolgi le regole, sorpassa i divieti e fammi sentire che ci sei perchè io di andare avanti non ne ho più la forza.
