Fra qualche giorno sarà il mio compleanno…ma sara’ anche un mese dal giorno in cui hai chiuso i tuoi okki alla vita…dopo la disperazione iniziale ora il dolore si trasforma in qualcosa di soffocante terribile, qualcosa che non mi da pace, mi manchi papà mi mancano i tuoi silenzi…il tuo scrollare le spalle quando ti chiedevo come stessi…mi manca l’accarezzarti…il consolarti durante questa malattia che ti ha stroncato senza nemmeno renderci conto…senza che potessi dirmi ciao…
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Belle e importanti parole, come dicevi tu…la consapevolezza di non poter fare nulla.. di qualcosa che pian piano li spegne, vedi lui è stato poco tempo malato, neppure 8 mesi, ma non sembrava lo fosse, e poi ad un tratto in brevissimo tempo è volato via in alto senza neppure poter proferire una parola, un saluto.
Io e lui eravamo una cosa sola ormai, durante al sua malattia si era completamente adagiato su di me e io lo accompagnavo, lo supportavo, gli sorridevo e scherzavamo su fatto che presto sarebbe morto…ma in cuor mio dopo i primi esiti delle terapie ho creduto che per un po di tempo ancora avessimo vinto la malattia…invece no non era così, non lo è stato e di quei giorni sono rimaste impresse nella mia mente delle immagini, come dei flash, terribili,la sua agonia, il modo di respirare, la morte, il vederlo su un tavolo in acciaio freddo, in un ambiente freddo…nella bara e poi la sepoltura…avrei voluto riportarmelo a casa…Ora siamo rimasti io e la mia mamma a vivere circondati dalle sue cose, dalle cose che ha fatto e ogni sguardo si riflette nel suo viso…Grazie
Lo so quello che hai passato, so pure che hai volutamente memorizzato tutto perche’ sapevi nel profondo che tutto sarebbe finito, anche se speravi in un miracolo. Mia madre e’ durata soltanto 13 giorni, ‘ho lasciata che era una bellissima signora di neppure 59 anni per meta’ inglese e meta’ siciliana, ma di siculo aveva nulla perche’ la parte straniera era la maggiore, biondissima, con gli occhi azzurri, bianca di carnagione, una persona molto fine, mai una parolaccia sulle sue labbra, nata in quel rione dove tutti la conoscevano e dove era cresciuta e dove aveva sempre una parola buona di conforto per tutti.Vivo lontana io molto lontana, ma tutti i giorni ci sentivamo, sapevo che non stava bene (aveva l’influenza)ma nessuno di noi immaginava che dentro covava tutto quel putiferio da moltissimo tempo, si e’ rotta una gamba e da li e’ successo tutto, in ospedale hanno capito da alcune analisi che molte cose non quadravano e cosi’ hanno approfondito e li la sorpresa, mi hanno chiamata pregandomi di prendere il primo volo perche’era ingessata in ospedale, hanno omesso di dirmi che poteva avere qualcosa e quando sono arrivata e sono andata in ospedale nel vederla ho dovuto ingoiare amaro perche’ho trovato un’altra donna che non somigliava affatto a cio’ che avevo lasciato. Ho trovato una persona che si vedeva dal vano della porta non stesse in salute anche se lei abbattuta non lo era per niente, ma il suo aspetto purtroppo diceva tutto e dico tutto. Nei giorni a seguire le cose son cambiate, sono rimasta accanto a lei giorno e notte e vedevo che spesso mi squadrava dalla testa ai piedi, capivo che voleva studiarmi, di notte scrivevo su un quaderno tutto e le tenevo la mano calda sapendo che presto non avrei piu’ potuto, in quel quaderno ho annotato tantissime cose, a volte si lamentava aiutami mi implorava ed io li con le mani legate a non poterla aiutare, a vedere con occhi miei che giorno dopo giorno diventava una larva umana e non potevo fermare niente di niente. Ho avuto dei flash per mesi e mesi, la rivedevo dentro quella dannata bara coperta col velo bianco che mi dava un fastidio, non riuscivo a riposare, ero come disidratata, avevo un cratere dentro allo stomaco, sentivo di essere niente, annientata finita e per tanto tempo non credo di essere stata nemmeno umana anzi somigliavo a una bambola rotta, mi guardavo allo specchio che rifletteva la sua immagine, gia’ io e lei siamo uguali non lo potevo sopportare, cosi’ o non mi guardavo o coprivo gli specchi, la notte quando dovevo riposare era per me l’inferno, mi facevo domande che non trovavano nessuna risposta, e se ruscivo ad assopirmi la sentivo piangere e chiamarmi e cosi’ mi alzavo e la cercavo per casa, mi dicevo che tutto quel dolore non poteva esistere sulla terra e pregavo Dio che nessun altro figlio o figlia potesse avere lo stesso dolore mio, non sapevo come ancora potessi riuscire a respirare, come facessi a vivere con tutto questo dispiacere. E’ passato del tempo da allora, e ancora oggi mi faccio delle domande ma le risposte non le trovo, quando posso la vado a trovare e le dico…dai lo so che sei nascosta vuoi giocare eh, sei scapppata a Malibu’ a prendere il sole..bella furba che sei, fai finta di essere morta e invece sei nascosta chissa’ dove a farti 4 risate, guardo quel marmo e la foto e mi sembra irreale come se dentro ci fosse un’altra persona ma non lei, a volte mentre dormo mi sento accarezzare i capelli sara’ l’inconscio ma quando mi sveglio mi ricordo tutto, ma dopo prendo coscienza di quanto e’ successo e mi rattristo, mi son detta mille volte perche’ Dio possa chiamare a se persone buone che hanno figli, persone amate dalla famiglia, quelle che all’inferno non andranno mai e permettere ad altre di vivere la vita quando magari hanno fatto azioni orrende che non potranno mai scontare neppure se passano un’altra esistenza in tuti i gironi, gente che arrecato troppo dolore ad altre. Tutte queste e altre domande ripeto io ancora me le faccio, ogni festa, ogni natale e’ un tormento per me e lo e’ per tutte quelle persone che hanno perduto qualcuno che amavano profondamente. So cosa senti, cosa provi e so cosa ti passa per la testa, perche’ in quella strada dove tu adesso sei fermo ci son passata prima io e prima di me e te molte altre persone ed anche loro avevano e hanno lo stesso tuo tormento. Hai la tua mamma e lei ha il tuo stesso identico dolore, cerca di aiutarla standole vicino di piu’ non so cosa dirti, loro hanno smesso di soffrire questo e’ certo ma noi che siamo rimasti dobbiamo affrontare una realta’pesante. Devi andare avanti, ti prego fallo per lui che ti ha molto amato e mai vorrebbe dederti cosi’. Ciao Una carezza
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