Avevo detto che avrei continuato a vivere…e invece non ci riesco…tutti mi dicono che è presto, troppo presto…ma io non credo che riuscirò mai a lenire quest dolore… a casa c’è un via vai di gente insopportabile…così stamattina sono uscito con la bicicletta, non sapevo dove stessi andando… non potevo immaginare di ritrovarmi davanti Michela…la tua ragazza…stava venendo a casa… mi ha chiesto che cosa ci facevo in giro, le ho detto che stavo andando da te, si è preoccupata, poverina…non intendevo dire che mi sarei ucciso, stavo solo cominciando a pensare di andare in quel posto che chiamavamo sempre “A Ghiettatuna”- perché con le biciclette scondevamo sempre a velocità dalla collinetta…ebbene, Giorgio…arrivato in cima, pronto per scendere pedalando con tutte le mie forze, ho sperato per un attimo di perdere il controllo della bici e di schiantarmi contro qualcosa…tutto come sempre invece…almeno, QUASI tutto come sempre…è inutile tutto quello che mi circonda non ha più senso…
Ho visto il video del tuo ultimo compleanno, qualche ora fa, ho visto che spegnevi le candeline felice di aver compiuto un’altra tappa verso i diciottanni, ho visto io che ti abbracciavo, che ti davo il mio regalo…un portachiavi con la nostra foto…l’avevi anche sabato, in tasca…
E’ incredibile come possa andare veloce il tempo.
Penso di dover andare, adesso…mamma piange troppo e urla il tuo nome.
Io sto imparando a nascondere almeno in parte quello che sento, anche se prima o poi, lo so, esploderà…ma per ora mi sento così vuoto, così incredulo, che non penso di avere ancora realizzato perfettamente il tutto; infatti oggi non ho versato neppure una lacrima, e spero che scrivere mi aiuti in qualche modo perché so che questo mio meccanismo di autodifesa scattato da solo ed improvvisamente mi distruggerà più di quanto non accada in altro modo.
Mi manchi da impazzire, anche se ancora, non ho capito nulla.