Come hai potuto?…
Non sono il destinatario della tua dedica ma la stessa domanda l ‘hanno fatta a me, domanda alla quale non ho saputo dare una risposta forse perchè quando una storia finisce l ‘attribuizione delle colpe è sempre soggettiva perché a questo mondo, in via del tutto generale anche chi si assume le proprie colpe aggiunge sempre quel però che lo scagiona da tutto. Ora io non so quale situazione abbia fatto nascere le tue parole, ma quando leggo parole del tipo credo penso ne sono convinta, mi viene spontaneo chiedere se ciò che pensi e credi e di cui sei convinta non fosse la realtà, sarebbe lecito che fosse chiesto a te “come hai potuto?”
E ‘ vero che le persone non smetti mai di conoscerle, ma la vita è come una bilancia, su di un piatto bisognerebbe sempre mettere ciò che si è stati, ciò che si è avuto, ciò che si è condiviso, ciò che si ha dato, sull’altro piatto mettere tutti quei credo e i penso, se la bilancia pende dal lato del primo piatto “come hai potuto? ” te lo devi chiedere da sola, in caso contrario non perdere tempo a chiederlo, chiudi il libro.