Da Bob Auanagana per Tutti

Forse a tutti farà bene leggere questa poesia perché non bisogna sempre guardare soltanto avanti ma anche dietro, per restare umani. Capolavoro del Belli, da ricordare e far conoscere a chi non l’ha letta…

La famija povarella

Quiete, crature mie, stateve quiete:
sì, fiji, zitti, ché mommò vviè Ttata.
Oh Vvergine der Pianto addolorata,
provedeteme voi che lo potete.

Nò, vviscere mie care, non piaggnete:
nun me fate morì ccusì accorata.
Lui quarche ccosa l’averà abbuscata,
e ppijjeremo er pane, e mmagnerete.

Se ccapìssivo er bene che vve vojjo!…
Che ddichi, Peppe? nun vòi stà a lo scuro?
Fijjo, com’ho da fà ssi non c’è ojjo?

E ttu, Llalla, che hai? Povera Lalla,
hai freddo? Ebbè, nnun méttete lì ar muro
viè in braccio a mmamma tua che tt’ariscalla

26 settembre 1835

Una risposta ricevuta

Immagine mittente anonimo
Da Selva

Che tenero 🙂
Bella e significativa. Grazie per averla condivisa con tutti noi baciati dal sole che ci lamentiamo ogni giorno nonostante tutto ciò che abbiamo.

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