Da A per Marco
Zona di Roma

Ogni tanto faccio una specie di gioco mentale: quando mi succede qualcosa di straordinario, dopo un po’ improvvisamente mi chiedo: a cosa assoccierei quel evento? E devo rispondere a me stessa tirando fuori il primo pensiero, la prima immagine, anche la più bizzarra, che in quel momento mi passa per la testa.

Ieri, dopo aver finito la corsa e passando in mezzo alle foglie e fiori riscaldate dal sole pomeridiano, mi sono chiesta: come potrei descrivere quello che avevo provato quando avevo visto quel tuo messaggio? E la risposta – immediata, spontanea, leggera come il vento – era: mi sono sentita come se la mia anima fosse caduta dall’alto su un diamante enorme e fosse sobbalzata.

Anche se ci avessi pensato per un mese non avrei potuto trovare un paragone più preciso.

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