Non posso farne a meno, per me è come una droga: ogni giorno cerco di convincermi che lei provasse qualcosa per me, almeno un certo interesse. Lo faccio ricordando frammenti di conversazioni, soppesando alcuni suoi discorsi, ricordando l’insistenza degli apprezzamenti che mi faceva (legati alla mia personalità e al mio aspetto), ricordando le situazioni in cui ci trovavano a constatare che il nostro rapporto era speciale, ricordando il benessere che provavo alla sua presenza.
Ma è uno sforzo inutile: la realtà è che io mi feci avanti, ma lei mi disse che non mi aveva mai preso in considerazione da “quel” punto di vista.
Da allora non ci siamo allontanati subito, abbiamo avuto “modo” di frequentarci per diverso tempo. E siccome certe situazioni e certi discorsi si ripetevano (direi anche con maggiore enfasi) ho continuato a sperare in segreto che il mio sentimento fosse in parte corrisposto. Il tempo e le circostanze si stanno dividendo, e non ci stiamo cercando in nessun modo. Provo nostalgia per quelle situazioni e per quelle senzazioni, mi sembra impossibile che dietro non ci fosse stato niente, ma razionalmente credo che quello che sta accadendo è la cosa migliore per me. Prima o poi bisogna chiudere questo capitolo, e questa droga dovrà finire di annebbiarmi la vista.