…è tanto doloroso averti tenuto sempre nel cuore, essermi confidata in tutti i momenti più bui e più esaltanti della mia vita, nel silenzio apparente di quella connettività che credevo, ingenuamente, nostra e ricambiata, averti dato il buongiorno ogni giorno e la buonanotte nei lunghi e rigidi inverni nonché nelle serate di cielo stellato, aver urlato il tuo nome quando nessuno sapeva comprendermi, quando la vita cercava di piegarmi, quando la sofferenza, nel corpo e nell’anima, rendeva cicatrici indelebili; averti dedicato albe e tramonti, averti accarezzato con le mie mani invisibili in qualsiasi, ignaro pomeriggio e in sconosciuti luoghi, averti riservato un posto in tavolate di cui non sapevi neanche l’esistenza, aver passeggiato con te, mano nella mano, anche quando ero circondata da mille presenze e voci che mi parlavano del niente cosmico mentre avrei voluto essere da tutt’altra parte e comunicare di anagrammi e sguardi come solo i nostri occhi sanno fare, aver parlato a miei figli della persona più importante della mia vita, chiamandoti, semplicemente “lucentezza” nella mia seconda lingua, ormai… e aver dovuto mentire, dicendo loro che eri il mio amico immaginario perché non sarebbe stato giusto per nessuno declinarti in altra maniera… e oggi, scoprire che non valgo neanche il tempo di un messaggio. Spero sempre che tu possa essere felice. Ovunque e con chiunque. Che il mio abbraccio, voluto o non voluto, possa arrivarti da qualche parte di questo mondo così imperfetto.
