E’ passato più di un anno. Un anno da quando, da perfetta vigliacca, mi hai lasciato al telefono, dicendo che non eri più sicura. E pensare che fino a una settimana prima mi avevi fatto un bellissimo regalo per San Valentino.Ho subito capito che c’era un altro e che mi avevi tradito (cosa di cui, cara mia, ho avuto le prove inoppugnabili molti mesi più tardi- piccolo il mondo, eh??). Dopo due anni e mezzo in cui ti ho dato affetto, comprensione, passione e tanto, tantissimo amore, mi hai trattato come se fossi uno qualunque, uno dei tanti…Solo l’orgoglio e l’amore per me stesso mi hanno permesso di reagire con dignità, di sparire, di non chiamare, di non venire a supplicarti…e Dio solo sa quanta forza mi ci è voluta per non risponderti quando dopo 4 mesi mi hai richiamato, quando mi hai mandato quel messaggio in cui dicevi di pensarmi e di volermi parlare, quando mi hai fatto gli auguri per il compleanno…mi è bastato immaginarti a letto con gli altri, divertirti con le tue amiche a Londra mentre io ero a pezzi e mi sentivo inutile, buttato via, per avere i conati di vomito…dopo un anno e mezzo non ti ho ancora perdonato…ho avuto diverse donne nel frattempo, e con orrore ho scoperto di essere diventato come te:anaffettivo, infedele e crudele. Hai ucciso la parte migliore di me, quella pura, quella che credeva nel per sempre…hai vinto tu, alla fine. Ma è una vittoria di Pirro…gli anni passano e ti ritroverai un giorno a dover fare i conti con te stessa. E quando la bellezza sfiorirà, ti renderai conto di quello che realmente sei:patetica e insignificante. Quanto a me, spero di cavarmela. So che ci sono donne meravigliose lì fuori. Quando riuscirò a perdonare me stesso per averti dato la vita, allora sarò pronto per amarle davvero, senza volermi vendicare di te.
Non si entra nella vita delle persone per fare certi casini. E’ mancanza di responsabilità. Non è il “cosa”, ma il “come”. Lasciare una persona da un giorno all’altro – una persona con la quale hai diviso tutto – con una telefonata è una cattiveria, una vigliaccata inaudita, che può rovinare la stabilità dell’altro, per sempre. Vivo nella costante paura dell’abbandono, ora. Per questo, quando una donna inizia ad essere presa, sono costretto a scappare, mi sento mancare l’aria. Ho paura di rivivere il trauma di quei giorni, di ritrovarmi alle 7 di mattina – dopo una notte insonne – a piangere come un bambino. Noi uomini non siamo come le donne. A noi il dolore fa paura, non ci culliamo nel melodramma. Siamo più deboli. Per questo ti disprezzo. Hai creato un automa, un tuo alter ego. Spero di cambiare presto, quando tutta questo schifo finirà…
