Ecco librarti nell’ombra delle mie palpebre assopite.
Ecco ancora le tue mani,
i tuoi abbracci,
i sogni sussurrati nell’orecchio.
Luci confuse e occhi umidi nel vortice di un sogno convulso, così dolce da non volersene mai separare.
Le labbra vicine alle guance,
la vicinanza in una macchina che corre verso l’orizzonte,
le risate. Le tante risate.
Tutto svanisce, in un attimo.
E rimane la dolorosa ossessione di arrampicarsi con le mani a quelle scene,
a quegli attimi dorati,
per riaverli,
per non lasciarli mai.
Eccoti volar via dall’ombra delle mie palpebre assopite.
Ti sogno ancora.
Una risposta ricevuta
davvero molto bella questa poesia…anche davvero molto bella 🙂 e vera..
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